Non vedenti: arriva il bastone elettronico che rileva gli ostacoli
Il bastone elettronico presentato dal Leo Club Terni all’Unione italiana ciechi è una versione tecnologica del tradizionale bastone bianco usato da persone cieche e ipovedenti per muoversi in autonomia.
Mentre quest’ultimo deve sbattere contro gli ostacoli presenti sul percorso per segnalarne la presenza, il bastone elettronico lo fa grazie a un sistema a ultrasuoni e mediante una vibrazione percepita dalla mano che lo impugna.
In questo modo, la persona può individuare e schivare l’ostacolo con facilità.
Quello consegnato all’Unione Ciechi non è l’unico modello di bastone elettronico in commercio.
Altre tipologie di bastoni
Grazie alle nanotecnologie, i bastoni per non vedenti stanno diventando via, via sempre più moderni e avanzati. Infatti, già da diversi anni è in commercio il modello LETIsmart, un bastone dotato di una luce che si attiva in caso di scarsa visibilità con la funzione di favorire la visione da parte degli ipovedenti e al contempo di segnalare la presenza di una persona con disabilità visiva. A questo si aggiunge un dispositivo vocale in grado di fornire informazioni sull’ambiente circostante.
C’è poi il modello “Bel”, un sensore a ultrasuoni che si può aggiungere al tradizionale bastone bianco. “Bel” invia una vibrazione alle dita, sempre più forte man mano che l’ostacolo si avvicina.
Ricordiamo infine come l’ausilio principale resti comunque il bastone bianco, il quale non solo favorisce l’autonomia, ma segnala anche la presenza di una persona con disabilità visiva.
Purtroppo, questo segnale di riconoscimento non è ancora entrato completamente nella nostra cultura e spesso chi ne utilizza uno non viene riconosciuto come persona cieca o ipovedente. Questo crea situazioni spiacevoli e pericolose, evitabili facilmente grazie a qualche piccolo accorgimento.
È necessario quindi fare sempre molta attenzione quando si vede una persona con un bastone bianco; il bastone non si deve spostare né scavalcare e bisogna ricordare di spostarsi quando la persona si ferma di fronte a noi, perché altrimenti avrà difficoltà a passare.
Si tratta di piccole attenzioni che possono però fare la differenza.
Roberta Gatto