Il Parlamento europeo approva la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale

Si tratta delle prime regole stabilite nel mondo sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI) fissando così uno standard globale. A fissarle è la plenaria del Parlamento europeo ha approvato a Strasburgo il regolamento sull’IA con 523 voti a favore, 46 contrari e 49 astenuti. Non è la prima volta che l’Ue si pone come punto di riferimento per la regolazione dell’economia digitale visto come aveva già introdotto il Regolamento generale per la protezione dei dati (Gdpr), il Digital Markets Act e il Digital Services Act.

Le nuove disposizioni

Secondo il Commissario al Mercato interno e al Digitale Thierry Breton, «stiamo regolamentando il meno possibile, ma quanto necessario».

Per Brando Benifei (Pd), correlatore sull’AI Act della commissione per il Mercato interno del Parlamento Ue, «siamo riusciti a mettere gli esseri umani e i valori europei al centro dello sviluppo dell’intelligenza artificiale».

L’intesa provvisoria tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue era stata raggiunta il 9 dicembre scorso dopo 38 ore di negoziato.

Tra le difficoltà maggiori vi erano quelle riguardanti l’uso dell’IA per scopi di polizia: soprattutto sul riconoscimento facciale delle persone.

Il regolamento ora fissa dei paletti perché limita l’uso dei sistemi di identificazione biometrica da parte delle forze dell’ordine e introduce norme di contrasto alle manipolazioni e allo sfruttamento delle fragilità degli utenti. Un esempio? Le immagini e i contenuti audio o video artificiali o manipolati (i cosiddetti «deepfake») dovranno essere chiaramente etichettati come tali e sono previsti obblighi precisi per gli usi dell’IA nei processi democratici come nel caso di sistemi usati per influenzare le elezioni. I consumatori avranno diritto a presentare reclami e a ricevere spiegazioni rilevanti. Al riguardo ci si dovrà rivolgere a un’Agenzia apposita ancora da costituire.

C’è ancora del lavoro da fare perché il regolamento deve ancora essere sottoposto alla verifica finale dei giuristi-linguisti anche se è convinzione comune che possa essere adottato definitivamente entro questa legislatura. Manca ancora l’approvazione formale del Consiglio ed entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue così da iniziare ad applicarsi due anni dopo, salvo alcune eccezioni.

I divieti relativi a pratiche vietate si applicheranno a partire da sei mesi dopo l’entrata in vigore.

Bachisio Zolo

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