Da domenica 31 marzo ritorna l’ora legale
Tra sabato 30 e domenica 31 marzo ritorna l’ora legale. Lo spostamento delle lancette avverrà alle due di notte e dovranno essere portate avanti di sessanta minuti, ovvero alle tre di notte.
La prima conseguenza è che tutti dormiremo un’ora in meno e la seconda è che avremo giornate più lunghe e più luce naturale da sfruttare. Si tratta di una convenzione per consentire di sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo risparmiando così in termini di energia elettrica. L’Italia l’ha adottata per la prima volta durante la Prima guerra mondiale (nel maggio 1916, con interruzioni tra il 1921 e il 1939 e, poi, tra il 1948 e il 1965). Ancora oggi, in tempi di necessario risparmio energetico, l’ora legale risulta utile.
C’è chi dice no
Non tutti però sono favorevoli e già 336 mila italiani hanno firmato la petizione online per rendere permanente l’ora legale tutto l’anno. L’iniziativa è stata lanciata nell’autunno scorso dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) assieme a Consumerismo No Profit.
Secondo i calcoli di Sima, sul fronte energetico l’adozione dell’ora legale permanente tutto l’anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia. Considerando le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato per circa 720 milioni di kwh, esse sarebbero equivalenti a un risparmio in bolletta di circa 180 milioni di euro annui.
Secondo Terna, dal 2004 al 2022, il nostro Paese ha risparmiato circa 2 miliardi di euro e 10,9 miliardi di kWh di elettricità grazie all’ora legale. E non solo: a tutto questo, si aggiungere un massiccio taglio alle emissioni che modificano il clima pari a 200mila tonnellate di CO2 in meno. Un risultato equivalente a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi.
Gli svantaggi
Per il presidente di Sima Alessandro Miani, «il passaggio ora legale/ora solare e viceversa, determina ripercussioni negative sulla salute umana». In che modo? «Si altera la ritmicità circadiana, ossia l’orologio biologico del nostro organismo che, in assenza di segnali provenienti dall’ambiente esterno, completa il proprio ciclo in circa 24 ore. Il mancato rispetto di questi ritmi naturali ha effetti sulla pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Al riguardo, diversi studi hanno attestato una correlazione tra cambio di orario e patologie cardiache dove l’Università di Stoccolma riporta un’incidenza del +4 per cento di attacchi cardiaci nella settimana successiva al passaggio al nuovo orario. Si registrano poi problemi del sonno in una consistente fetta di popolazione con conseguenze negative su concentrazione e umore e quindi su rendimento scolastico, efficienza sul lavoro, relazioni personali. Altri studi hanno poi certificato una correlazione tra il passaggio da ora legale a ora solare e l’incremento di incidentalità stradale e sul lavoro, mentre una ricerca condotta in Australia ha perfino riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di cambiamento dell’orario».
Nel resto del mondo
Se da sempre i Paesi del Nord Europa (Finlandia, Svezia, Estonia, Lituania, etc) sono quelli più sensibili all’argomento essendo vicini al Polo Nord e non beneficiano della luce naturale con il cambio dell’ora, il tema “ora legale” è diventato col tempo interessante anche per noi italiani. In Europa ci si interroga se non sia il caso di abolire il cambio d’ora e scegliere quella legale o quella solare per tutto l’anno.
Consultazione pubblica
Il Parlamento europeo nella primavera del 2019 ha approvato la risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. L’anno prima, tra il 4 e il 16 agosto, la Commissione europea aveva proposto di porre fine ai cambi stagionali dell’ora e con una consultazione pubblica online aveva chiesto ai cittadini europei di scegliere se preferissero mantenere per sempre l’ora solare o quella legale.
Le risposte sono state 4,6 milioni: appena l’1 per cento degli oltre 447 milioni di abitanti che contava la Ue in quell’anno.
I numeri dicono però come sia stato comunque il numero più alto di partecipanti mai registrato per una consultazione pubblica. A disertarla quasi del tutto sono stati gli italiani, ma le ragioni potrebbero anche essere perché la maggioranza di loro non ne sapeva nulla. Alla fine, la Commissione europea ha proposto di porre fine al cambio stagionale dell’ora in Europa. Agli Stati membri è stata lasciata la libertà di decidere una volta per tutte se applicare in modo permanente l’ora legale o quella solare. Ma per ora, nulla è cambiato.