Università di Parma, primo laureato non vedente in Informatica
Si chiama Kledian Leka ed è il primo laureato non vedente alla Facoltà di Informatica dell’Università di Parma.
Il giovane ha 23 anni e risiede a Casalmaggiore, in provincia di Cremona. All’età di 11 anni perde la vista a causa di un incidente. Dopo essersi diplomato come perito informatico si è laureato, con valutazione di 110 e lode, all’Università di Parma.
Fino al 2020 ha collaborato con il Museo del Bijou per la creazione di percorsi tattili nelle bacheche ed è iscritto all’albo nazionale dei docenti informatici per minorati della vista Irifor. Infine è abilitato all’allenamento di atleti non vedenti e cura il blog “La chiave dell’accessibilità”.
La tesi
Con la tesi intitolata “Didattica dell’informatica. Strategie e strumenti per l’accessibilità inclusiva agli studenti con disabilità visiva”, Leka ha voluto offrire «un “vademecum” per aiutare ragazzi con deficit visivi completi o parziali».
Il lavoro però, può rappresentare una risorsa per l’Università di Parma e in generale di tutti gli Atenei italiani perché offre uno spunto di riflessione per quanto concerne l’accessibilità.
Il lavoro prende infatti spunto dalla quotidianità in cui molti ragazzi con disabilità visive vengono scoraggiati dalle difficoltà, decidendo in molti casi di abbandonare gli studi.
Difficoltà incontrate dallo stesso Leka, ad esempio, con la mancanza di materiale didattico in Braille o lezioni a distanza che prevedevano contenuti visivi. Ed è stato Leka a ovviare la mancanza di materiale traducendo e convertendo i “documenti tradizionali”.
Nella tesi Leka ha inserito la sintesi dei risultati di un questionario somministrato ad altri studenti non vedenti in cui si chiedeva di indicare proposte e ostacoli da abbattere. Da qui la speranza che le esperienze personali degli studenti con disabilità, raccolte nella tesi di Leka, possano rappresentare un valido punto di partenza per misure che rendano gli Atenei italiani sempre più accessibili, garantendo e tutelando il diritto allo studio di tutti.
Emanuele Boi