Longevità, come invecchieremo: si decide nei primi 1000 giorni di vita
Chi ben comincia è a metà dell’opera. E proprio come dice il proverbio, per invecchiare bene si deve cominciare dal concepimento. Una responsabilità che investe i genitori, i quali dovrebbero partire con uno stile di vita sano addirittura prima di mettere al mondo un bimbo.
Per questo la Fondazione Giovanni Lorenzini ha dato il via al progetto “I primi 1000 giorni di vita” presentato di recente al “Milan Summit Longevity”.
Migliorare le aspettative di vita
Ai genitori, quindi, è affidato il futuro del bambino anche in termini di aspettative di vita. Nei primi mille giorni, infatti, alcune scelte consapevoli possono migliorare del 70 per cento la salute del nascituro.
Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Lancet, il periodo cruciale sarebbe quello che va dal pre-concepimento fino ai due anni di vita.
Ovviamente, mille giorni non bastano a garantire una vita in salute. I comportamenti adottati dal bambino fino alla vecchiaia avrà comunque un peso non indifferente.
Tuttavia, i primi 33 mesi a partire dal concepimento sembrano gettare le basi per una vecchiaia serena e una vita longeva.
Ma in che modo i genitori possono far sì che il loro bambino nasca con un’aspettativa di vita più alta?
Preconcepimento consapevole
«Durante i mesi di pre-concepimento che solitamente non sono mai meno di 6, entrambi i genitori con i loro comportamenti e i loro stili di vita sono responsabili del futuro del bambino» spiega il professor Sergio Pecorelli, professore e Rettore Emerito Università di Brescia e Presidente Fondazione Giovanni Lorenzini New York. «La madre è responsabile di quello che avviene in gravidanza e lo farà prestando attenzione a fare esercizio fisico, a nutrirsi correttamente, a limitare e gestire lo stress. Ma anche il padre gioca un ruolo molto importante con il suo stile di vita e l’ambiente in cui vive. Questo “vantaggio” del bambino si ripercuoterà sul suo futuro stato di salute durante la vecchiaia incidendo in modo decisamente positivo».
È infatti dimostrato come lo stile di vita dei genitori possa influenzare in maniera positiva o negativa lo stato di salute del nascituro. «L’esposizione a stress durante la gravidanza è stata più volte associata all’insorgenza nei figli di determinate condizioni cardiovascolari, metaboliche, neurologiche e condizioni mentali e cognitive» spiega la Dottoressa Emanuela Folco, Segretario Generale Fondazione Giovanni Lorenzini. «Identificare i futuri genitori fornisce una finestra di opportunità per migliorare la salute prima del concepimento e di iniziative per ridurre i rischi pre-concezionali, come ad esempio obesità, fumo, uso di sostanze stupefacenti, abuso di alcol. Investire nella salute pre-concezionale e prenatale non solo contribuisce al benessere a breve termine, ma offre anche una solida base per un invecchiamento migliore e più attivo nel lungo periodo». In conclusione, una gravidanza consapevole può anche favorire «un invecchiamento più sano e resiliente».
Roberta Gatto