“Disturbi visivi e autismo: uno sguardo sulla complessità”
La recente Giornata dell’Autismo del 2 aprile ci riporta all’importanza del libro curato da Ierfop e dall’Università di Cagliari scritto a quattro mani da Roberto Pili presidente Ierfop, dal sottoscritto, direttore della Formazione Ierfop, da Pericle Farris Apri Servizi Onlus nonché presidente Fish Piemonte e Donatella Petretto del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università degli studi di Cagliari. Si tratta di una fruttuosa collaborazione transdisciplinare dove si fa il punto sugli ultimi trent’anni di studi riguardanti le tematiche dello spettro autistico. Attraverso proprio questa analisi degli ultimi trent’anni, si è potuto assistere a un crescente interesse verso il legame tra i disturbi visivi gravi (ipovisione e cecità) e la presenza di disturbi dello spettro autistico. Proprio in questo testo si è inteso indagare la comorbidità proponendo quesiti di ricerca, riflessioni di natura teorica così come spunti di intervento. In che modo? Il libro focalizza temi e approcci. E si analizza l’importanza di strumenti e percorsi diagnostici e specifici per la rilevazione precoce dei disturbi visivi sin dalle prime fasi dello sviluppo in persone con disturbi dello spettro autistico.
In questo modo diventano importanti gli approcci di intervento specifici tenendo conto delle peculiarità legate a questa comorbidità. Tutto questo consente così di sostenere e promuovere il potenziale di sviluppo delle persone che presentano questa comorbidità rendendo importante informare e formare attraverso un approccio collaborativo e centrato sulla persona, familiari, caregivers, insegnanti, educatori, pedagogisti e altri professionisti nel campo dell’inclusione.
«L’autismo rappresenta uno dei disturbi del neuro sviluppo maggiormente studiati» sottolinea il presidente Ierfop Roberto Pili nonché presidente della Comunità mondiale della Longevità, «e questo perché la loro prevalenza è passata da 1-4 bambini ogni mille degli anni ’90, all’attuale prevalenza di un bambino su 68».
L’uso recente della terminologia Asd, «si basa sul concetto di “spettro”» sottolinea ancora Pili, «e nella attuale psicopatologia descrive l’estrema eterogeneità delle caratteristiche comportamentali nei bambini con autismo».
«Lavorare sullo specifico delle caratteristiche legate alle disabilità sensoriali visive e con persone con problematiche legate allo spettro autistico» commenta Pericle Farris, coautore e presidente Fish Piemonte, «implica la necessità di capire azioni coerenti, metodologie idonee, aspetti sociali da perseguire».
«Come l’autismo, anche i disturbi visivi gravi possono essere considerati come un gruppo eterogeneo di disturbi gravi» dice Donatella Petretto del Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia dell’Università degli studi di Cagliari, «e questi possono variare in termini di intensità e gravità lungo un range che va dalle menomazioni totali (come la cecità), alle menomazioni parziali, come nelle situazioni di ridotta acuità visiva».
“Disturbi visivi e autismo: uno sguardo sulla complessità” diventa quindi un testo che fa il punto sugli ultimi sviluppi della Medicina e si pone come un importante strumento di approccio formativo.
Bachisio Zolo