In progresso l’assunzione di lavoratori con disabilità?
Nel 2023 il mercato del lavoro in Italia ha registrato un trend positivo che coinvolge anche le persone con disabilità. Nel primo semestre dell’anno, infatti, l’assunzione di lavoratori con disabilità ha registrato un incremento del 12.4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022.
Tendenza confermata da un focus realizzato allo studio legale Daverio&Florio, specializzato in diritto del lavoro e in diritto della previdenza sociale. Il focus registra, rispetto al 2022, l’aumento al 54 per cento della richiesta di lavoratori con disabilità.
Secondo tale analisi, solo il 51.6 per cento delle persone in età lavorativa con disabilità ha un lavoro retribuito, un dato che se pur in linea con la media europea risulta ancora basso.
Va ricordato tuttavia, come spiegato nell’articolo “I dati sui lavoratori disabili in Italia? Non certi”, che nel nostro Paese non esiste un’unica banca dati riferita alle persone con disabilità nell’età lavorativa, pur essendone emersa la necessità (Decreto 151/15) e di conseguenza i report possono presentare delle difformità quando elaborati da istituzioni diverse.
L’analisi dello studio legale Daverio&Florio propone un confronto tra la normativa italiana e quella di Paesi Ue ed extra-Ue in materia di assunzioni di persone con disabilità. Ecco cosa emerge.
L’inserimento lavorativo delle persone con disabilità in Italia
A normare il collocamento delle persone con disabilità è la legge n. 68 del 12 marzo 1999. In particolare, nell’articolo 3, si indica come «i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all’articolo 1 nella seguente misura: 7 per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti; due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti; un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti».
Ma cosa succede nel caso non vengano ottemperati gli obblighi di assunzione previste dalla Legge 68/99? Dopo una procedura di diffida (introdotta a seguito del Decreto legislativo 124/2004 e il Decreto Legislativo 185/20016) sono previste delle sanzioni. In caso di inadempimento legato all’invio tardivo del prospetto informativo la sanzione sarà pari a 702.43 euro (con una maggiorazione di 34.02 euro per ogni giorno di ulteriore ritardo); in caso di inadempimento legato alla mancata assunzione di lavoratori alle categorie protette, la sanzione sarà pari a 153.20 euro al giorno.
Sono previste, inoltre, delle agevolazioni e incentivi fiscali per le aziende che assumono categorie protette.
La normativa in Germania
Per quanto riguarda la Germania, i datori di lavoro con almeno 20 dipendenti sono obbligati a occupare il 5 per cento di questi posti con persone gravemente disabili o con persone di pari livello. Inoltre, secondo la normativa, i datori devono versare un contributo compensativo per ogni posto di lavoro obbligatorio non occupato. L’importo del contributo è compreso tra i 140 e i 360 euro al mese (720 in caso di mancata assunzione di persone con disabilità grave). Va evidenziato, tuttavia, che l’Agenzia federale tedesca per l’occupazione sostiene i datori di lavoro nell’assunzione di persone con disabilità e con disabilità grave con dei sussidi salariali temporanei.
La situazione in Francia
Anche in Francia le aziende con almeno 20 dipendenti sono tenute a impiegare persone disabili per il 6 per cento della forza lavoro totale. Le sanzioni sono di differente entità e possono andare dalle esclusioni dalle procedure di appalto pubblico alle azioni civili intentate dalle associazioni a difesa degli interessi delle persone con disabilità. A seconda del numero di beneficiari che l’azienda avrebbe dovuto assumere e dalle sue dimensioni, è previsto inoltre un contributo annuale all’Agefiph (l’associazione che gestisce il fondo per l’integrazione professionali delle persone con disabilità).
Spagna
In Spagna le aziende a partire da 50 dipendenti devono garantire almeno il 2 per cento di lavoratori con disabilità. Tuttavia possono essere esentate (in obbligo o in parte) a seguito di accordi nella contrattazione collettiva a livello nazionale o in mancanza, applicando misure alternative determinate dalla norma.
Per legge sono previsti, inoltre, bonus fiscali per le aziende (ad esempio un importo annuale a seconda del sesso , dell’età o del tipo di disabilità).
Per quanto concerne le sanzioni previste in caso di inadempienza, queste vanno da 751 euro a un massimo di 7500 euro. L’importo viene stabilito sulla base di criteri specifici.
Regno Unito e Irlanda
Nel Regno Unito non sono previsti obblighi di assunzione, tuttavia, l’Equality Act 2010 fornisce protezione contro la discriminazione sul posto di lavoro in tutte le fasi dell’impiego, compresa l’assunzione. Non vengono, inoltre, previsti incentivi alle aziende.
Anche in Irlanda non esistono obblighi per i datori di lavoro e non sono previsti incentivi fiscali o bonus.
Olanda
Per quanto concerne l’Olanda, attualmente le aziende non hanno obblighi di assunzione di persone con disabilità. Il Governo, tuttavia, ha richiesto alle aziende di fornire almeno 100mila posti di lavoro entro il 2026. Gli imprenditori che non si adeguano potranno essere obbligati ad assumere una percentuale di persone con disabilità professionale (in questo Paese, infatti, le persone con disabilità professionale vengono misurate in base alla capacità lavorativa) ed essere sanzionati in caso di rifiuto.
Argentina
Tra le diverse normative presentate nell’analisi dello studio legale Daverio&Florio c’è anche quello dell’Argentina. Nel Paese sudamericano l’obbligo di assumere lavoratori con disabilità è rivolto solo al settore pubblico.
In questo settore, infatti, si è obbligati a impiegare persone con disabilità in proporzione non inferiore al 4 per cento del proprio personale e creare riserve di posti di lavoro da occupare esclusivamente con loro. Le aziende del settore privato, invece, non hanno obblighi di assunzione.
Emanuele Boi