Che cos’è un Disability manager
Si assiste sempre più frequentemente all’individuazione di questo ruolo dirigenziale negli enti e nelle aziende più grandi senza tenere però in conto di quelle che sono le sue funzioni e le sue prerogative. E colpiscono i modi di manifestare l’interesse a ricoprire tale ruolo. Proprio recentemente, la Città metropolitana di Genova ha pubblicato la sua manifestazione di interesse per l’assunzione della figura del Disability e inclusion manager. Ebbene, la Città metropolitana di Genova, assegna al Disability manager compiti e azioni di estrema complessità. Tra questi, la promozione di connessioni tra Amministratori e gli Uffici coinvolti, la promozione dell’esercizio dei diritti e delle opportunità di accesso e di fruizione dei servizi metropolitani da parte delle persone con disabilità, la promozione di progetti e iniziative innovative così da trovare soluzioni che sostengano l’autonomia e la piena accessibilità delle persone con disabilità nelle diverse sfere della vita quotidiana. E poi, ancora, la facilitazione del dialogo tra gli Enti, le Associazioni, le imprese e i cittadini, la collaborazione per la stesura del Peba (Piano eliminazione barriere architettoniche).
È evidente come, per espletare tali compiti occorre avere necessariamente una grande conoscenza della materia, la profonda competenza, sensibilità, capacità organizzativa, impegno contante e continuativo con compiti di grande responsabilità. Tutte queste doti, fondamentali per adempiere al meglio al ruolo di Disability manager, non possono essere richieste senza prevedere una comprovata esperienza e nessun compenso. Sì, nell’individuazione di tale figura professionale, la Città metropolitana di Genova non prevede alcun compenso e questa è una scelta assolutamente sbagliata perché non rispetta minimamente il grande lavoro che dovrà svolgere questa figura innovativa così importante per la vita lavorativa delle persone con disabilità.
Il Disability manager può essere considerato come un facilitatore creativo con il compito di costruire soluzioni che sostengano l’autonomia della persona con disabilità nelle diverse sfere della vita quotidiana. Egli è un costruttore di reti, di servizi, di soluzioni che, partendo necessariamente dai bisogni della persona con disabilità, dispone degli strumenti per realizzare una visione unitaria e coordinata così da migliorare la qualità delle politiche territoriali.
Il Disability manager non può essere minimamente equiparato a un semplice volontario, ma è una figura professionale che deve essere, in quanto tale, retribuita adeguatamente.
Bachisio Zolo