Quando un diritto umano viene proclamato, ma non rispettato
Le persone con disabilità troveranno sempre più difficoltà nello scegliere come vivere. Le nuove norme, nazionali e regionali, che regolano il Fondo per la Non Autosufficienza si avviano a comprimere un diritto fondamentale: quello all’assistenza e a scegliere come vivere delle persone disabili.
Diverse associazioni come Ledha e Fand (Lombardia) tutte attive nella tutela dei diritti delle persone con disabilità, hanno presentato una piattaforma (a questo link) con le proprie richieste. Sono rivolte alla Regione Lombardia, ma anche al Governo.
Quali sono le richieste? Innanzitutto, nella sola regione della Lombardia, di stanziare in tempi brevi i 10 milioni di euro necessari per cancellare definitivamente i tagli programmati e per garantire quest’anno, a tutte le persone con disabilità, di ricevere un sostegno adeguato per l’assistenza offerta dai loro caregiver familiari. Tutto questo considerando come a oggi, in assenza di un intervento non vi sono le risorse per rispondere alle nuove richieste di accesso alla cosiddetta Misura B1. E si tratta delle risorse richieste da persone in condizione di gravissima disabilità.
Solo in Lombardia, sono circa 600 le nuove domande di accesso alla Misura B1 presentate ogni anno e che allo stato attuale, solo una parte di esse potrà essere accolta vista la limitatezza dei fondi. In questo modo, la maggior parte di queste persone con un elevato bisogno di assistenza finirà in lista d’attesa.
È necessario quindi stanziare le adeguate e significative risorse necessarie per avviare l’implementazione dei servizi previsti dal Piano Nazionale per la Non Autosufficienza. E questo per non privare le persone con disabilità e i loro familiari dei sostegni economici, comunque insufficienti, garantiti fino a oggi.
Si tratta di un elemento particolarmente critico del Piano. I Comuni non sono in grado di erogare in breve tempo questi servizi per un numero molto elevato di persone con elevati bisogni di assistenza. E sono gli stessi Enti Locali a dichiarare pubblicamente e in diverse occasioni di non avere le figure professionali necessarie a garantire un numero adeguato di ore di assistenza.
Il Piano per la Non Autosufficienza sta mostrando quindi di non rispettare i diritti delle persone con disabilità. Eppure, il rispetto dei diritti umani di tutte le persone con disabilità richiede che siano i sostegni a doversi adattare alle esigenze e ai progetti delle persone. Il diritto a una vita libera e dignitosa, senza le adeguate risorse e senza la necessaria flessibilità, rimane infatti un diritto umano proclamato ma non rispettato.
Bachisio Zolo