Raccontare sui social la propria disabilità

Giada Libro

«Con l’ironia supero le barriere fisiche della disabilità e dei pregiudizi». Così Giada Libro, 22 anni di Ragusa, racconta cosa vuol dire vivere con la paralisi cerebrale infantile. Anziché piangersi addosso, decide di raccontare sui social le sue giornate e lo fa con ironia, cercando soprattutto di aiutare gli altri ad accettarsi. «Le difficoltà si superano, le fragilità diventano un punto di forza», dice. E così si mette a raccontare sui social la propria disabilità, per sfatare luoghi comuni, stereotipi e tutto quanto porta a guardarla come “diversa”, “inadeguata”.

Che metodo adotta? La normalità e l’ironia, «perché alcuni temi possono essere anche spiegati e comunicati, senza sminuirli, in modo diverso, senza essere pesanti. In fondo, si tratta della vita di tutti i giorni».

Di sé racconta di aver subito 17 interventi trovando sempre la forza di superare le barriere dei pregiudizi mettendosi in gioco e aiutando gli altri.

L’infanzia difficile, dove all’asilo veniva messa in disparte. Mai una partecipazione alle feste di compleanno delle compagne di scuola.

«Avere una bambina disabile avrebbe comportato una responsabilità maggiore e sarei stata un peso» spiega lei.

Tanti pensavano non sapesse leggere o fare di calcolo. E invece no,perché lei, tosta, aiutata dai genitori studiava e apprendeva.

Durante i lockdown la scoperta: impara a conoscere la piattaforma di Tik Tok. Così decide di mettersi in gioco e inizia a parlare della sua storia. Le ragioni? Riuscire a sensibilizzare e aiutare le altre persone che come lei si trovano a condividere la disabilità e tutti i risvolti che ne derivano.

Nel 2022 scrive il libro autobiografico “Come una farfalla”. Il titolo è esemplificativo, perché come spiega la stessa autrice, «mi riconosco in un bruco che diventa una farfalla. Nella mia vita c’è stato un cambiamento radicale positivo che mi ha portato alla libertà e a volare».

L’intento principale è indicare cosa potrebbe fare di più la società per sensibilizzare sul tema dell’accessibilità e anche del rispetto. Far capire quanto sia utile migliorare le possibilità di accesso ai diversi servizi. E, soprattutto, «educare la società alla disabilità» conclude Giada Libro «partendo dalla tenera età e sensibilizzando pubblicamente molto di più sul tema».

Lascia un commento