Istat, rapporto sul benessere equo e sostenibile

Presentato dall’Istat l’undicesimo Bes – Rapporto sul benessere equo e sostenibile. Attraverso l’analisi di dati precisi, si offre una lettura approfondita delle tendenze e diseguaglianze in tema di salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività, qualità dei servizi. Sono questi, infatti, i dodici domini in cui si articola il Bes.

Un andamento positivo rispetto l’anno precedente

Rispetto all’anno precedente, poco più della metà degli indicatori mostrano un miglioramento, il 28.7 è peggiorato mentre il 17.8 per cento risulta stabile. Le dinamiche sono meno positive solo per i domini ambiente e sicurezza.

Nella parte dedicata all’analisi per genere emerge uno svantaggio femminile per 38 degli 88 indicatori presenti per il confronto. Lo squilibrio maggiore si registra circa la composizione degli organi decisionali e dei Consigli regionali. Gli svantaggi femminili più numerosi, invece, si registrano nei domini lavoro e conciliazione dei tempi (7 su 12) e benessere economico (5 su 9). Anche per quanto riguarda la percezione di sicurezza camminando da soli, il dato è nettamente inferiore per le donne (si sente al sicuro il 52.1 per cento delle donne, contro il 72.4 per cento degli uomini).

Gli indicatori di benessere per cui la condizione delle donne è più favorevole sono invece relativi ai domini della salute (8 indicatori su 15) e istruzione e formazione (7 su 13).

Istruzione e formazione

Proponiamo di seguito alcuni dati relativi al dominio dell’istruzione e della formazione. Nel triennio 2021-2023, la percentuale di bambini tra gli 0 e i 2 anni che ha frequentato servizi per l’infanzia ha raggiunto una percentuale pari al 31.7 (+2.2 punti percentuali rispetto al triennio 2020-2022). La Sardegna, con il 46.5 per cento di bambini frequentanti, ha superato l’obiettivo prefissato per il 2030.

Un altro dato a cui prestare particolare attenzione è quello relativo alle ragazze e i ragazzi che frequentano il terzo e ultimo anno delle scuole secondarie di primo grado e non raggiungono la sufficienza (low performer). Il 38.5 per cento degli studenti non raggiunge le competenze sufficienti in italiano, mentre il 44.2 per cento quelle in matematica. La quota è più alta nelle regioni del Mezzogiorno, ad esempio per l’italiano la situazione più critica si registra in Sicilia (50.2 per cento), Calabria (49.4 per cento), Campania (46.1 per cento) e Sardegna (45.9 per cento). Per quanto concerne la matematica, invece la Sicilia ha il 61.4 per cento degli studenti con competenze insufficienti, la Calabria il 60.7 per cento, la Sardegna il 58.1 per cento e la Campania il 57.7 per cento.

Si registra, inoltre, un calo dei Neet (giovani non inseriti in percorsi scolastici o formativi e non impegnati). Nel 2023 la quota di Neet tra i 15 e i 29 anni è pari al 16.1 per cento (con un calo rispetto al 19 per cento del 2022).

Lavoro e conciliazione dei tempi di vita

Il rapporto Bes evidenzia l’aumento degli occupati tra i 20 e i 64 anni (+1.8 per cento rispetto al 202, pari a 404 mila unità). La crescita occupazionale è più forte tra le donne (1.6 per cento, contro l’1.3 degli uomini) e nel Mezzogiorno (+1.7 punti percentuali, rispetto al +1.4 al Nord e il +1.2 al Centro).

Si riduce il lavoro a termine e l’occupazione part time involontaria, cioè quanti lavorano part time perché non hanno trovato lavoro a tempo pieno. Nonostante questo, tuttavia, la quota di part time involontario è tripla rispetto a quella degli uomini (15.6 per cento contro il 5.1 per cento).

Leggermente in calo, infine, la quota di occupati che hanno svolto lavoro da casa nelle quattro settimane prima dell’intervista (12 per cento, contro il 12.2 per cento del 2022). Molto più alto rispetto ai livelli pre pandemia, lo smart working secondo quanto emerge dai dati potrebbe aver assunto carattere strutturale.

A ricorrere maggiormente al lavoro da casa sono le donne (13.4 per cento contro l’11 per cento degli uomini) e gli occupati in età tra i 35 e i 44 anni.

Salute

Tra i dati più significativi relativi al dominio della salute c’è l’aumento della speranza di vita (83.1 per cento, contro l’82.3 del 2022). Per le donne gli anni di vita media si attestano attorno al 85.2 mentre per gli uomini si ferma ad 81.

Cala lievemente, rispetto all’anno precedente, la speranza di vita in buona salute 59.2 anni, contro i 60.1 del 2022, mentre l’indicatore relativo alla salute mentale rimane stabile con un punteggio pari a 68.7.

Va evidenziato tuttavia come nonostante il trend sia stabile, c’è un peggioramento del benessere psicologico tra i più giovani (soprattutto ragazze).

Il 49 per cento degli anziani di 75 anni e più, si trova in condizione di multi cronicità e con gravi limitazioni (dato in peggioramento rispetto alla percentuale di 47.8 del 2021).

Si riduce, nel 2021, il tasso di mortalità per tumori (7.8 per 10 mila residenti, contro l’8.0 per 10 mila residenti registrato nel 2020).

Stabile, infine, la quota percentuale di popolazione di 14 anni e più che ha comportamenti a rischio nel consumo di alcolici. Nel 2023 la percentuale è infatti pari al 15.6, contro il 15.5 del 2022.

Emanuele Boi

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