Al Policlinico di Bari il primo intervento di telechirurgia intercontinentale
Si tratta del primo intervento di telechirurgia intercontinentale del cheratocono, un disturbo alla cornea. In pratica, la membrana trasparente che compone la parte anteriore del bulbo oculare e che costituisce la prima lente naturale dell’occhio. Si tratta di una patologia cronica ad andamento progressivo, che si verifica quando la cornea perde rigidità e resistenza e il suo tessuto si assottiglia e si deforma nella parte centrale, assumendo la forma di un cono. A guidare questa rivoluzionaria operazione è stato il professor Giovanni Alessio, direttore dell’unità operativa della clinica oculistica del Policlinico di Bari.
L’intervento, eseguito dal professore durante il congresso mondiale Wkc (World Keratoconus Congress) a Dubai, segna una svolta per la chirurgia oftalmica e rappresenta un vero e proprio caso studio.
La tecnologia 5G di Tim, installata in collaborazione con Ericsson, ha reso possibile la connessione con la sala operatoria del Policlinico, garantendo una perfetta sincronia tra i comandi del chirurgo a Dubai e l’azione del laser (iRes®2 di iVis Technologies), installato presso la sala operatoria della clinica oculistica barese.
Curarsi a distanza
Il paziente operato, affetto da un cheratocono avanzato, ha beneficiato di questa innovativa procedura senza la necessità di viaggiare. Già lo scorso settembre, con la stessa tecnologia, il professor Alessio aveva eseguito con successo un intervento di chirurgia corneale, sempre gestito da remoto, ma dalla sede della direzione della clinica.
L’importanza di interventi come questo sta non solo nella possibilità di minimizzare i rischi intraoperatori, ma soprattutto nel garantire cure specialistiche anche a pazienti impossibilitati a spostarsi.
«Grazie al controllo a distanza, non sarà più necessario per i pazienti affrontare lunghi viaggi per ricevere le migliori cure possibili» commenta il professor Giovanni Alessio. «Ora dobbiamo continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di queste tecnologie innovative» conclude il luminare, «garantendone l’accessibilità a tutti coloro che ne hanno bisogno».
Roberta Gatto