Intelligenza artificiale e il suo impatto “etico”
Molto se ne parla e molto se ne discute. L’intelligenza artificiale evolve, si modifica, cresce e si autonomizza proprio come un cervello umano. Ecco, dagli umani è programmata e quindi dovrebbe essere “educata” al rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani, dei valori della democrazia, della diversità. E qui sta il punto: quale può essere allora l’impatto della IA dal punto di vista “etico”? Si dovrebbero prevedere una serie di tutele appropriate a seconda delle situazioni e, cosa molto importante, prevedere l’intervento dell’uomo qualora si renda necessario per garantire una società giusta ed equa.
Si tratta di principi di massima, ma essi devono necessariamente discendere a considerazioni che sono legate alla privacy, allo stigma del pregiudizio, all’inclusione (intesa letteralmente, come un atto che include un elemento all’interno di un gruppo o di un insieme), alla gestione dell’errore, alla simulazione dei dati e al contesto sociale. Partendo da tali considerazioni, si applicano normalmente a ogni utente, ma richiedono un’attenzione maggiore nel caso in cui si parli di utenti con disabilità. Per fare questo, allora è necessario formare nuove figure in grado di abbracciare non solo i temi etici legati allo sviluppo di una soluzione di AI ma anche prepararli con concetti sociologici nel campo degli studi sulla disabilità e ad approcci di “universal design”.
Quindi diventa necessario che le persone con disabilità possano prendere parte ai processi di innovazione tecnologica, portando la loro esperienza in un campo totalmente nuovo, in modo da aiutare con la loro esperienza i professionisti dell’informatica. E allora, è necessario come fin dalle prime fasi di progettazione e di sviluppo della IA vengano analizzati tutti gli aspetti sopra indicati affinché le persone con disabilità possano trarre i massimi vantaggi da essa. Quanto indicato sono tutte considerazioni fatte dall’European Disability Forum https://www.edf-feph.org/artificial-intelligence-and-disability-edf-update/.
Della serie: la AI è in mano all’uomo ed è lui che deciderà dove potrà arrivare e cosa potrà fare, ma per far sì che l’approccio sia corretto nello sviluppo delle tecnologie, anche in favore delle persone con disabilità, occorre un lavoro compiuto da ogni attore. E questo a beneficio di tutti.
Bachisio Zolo