Assistente sessuale: a Modena approvata una mozione per le persone con disabilità
Il Consiglio comunale di Modena ha approvato una mozione in cui si chiede di istituire un tavolo di lavoro incentrato sull’assistenza sessuale ai disabili.
Nel documento, presentato dal gruppo Europa Verde-Verdi, si ricorda come la sessualità sia tra i diritti fondamentali delle persone con disabilità rappresentati nella convenzione Onu del 2006, ratificata dall’Italia nel 2009. La figura dell’assistente sessuale è quindi indispensabile non solo per il suo valore socio-sanitario, ma anche per la realizzazione delle pari opportunità e di una piena inclusione.
Zona d’ombra
Sebbene in altri Paesi l’assistente sessuale sia ormai una figura riconosciuta professionalmente, nel nostro Paese resta ancora relegata in una zona d’ombra, spesso percepita come un tabù, nonostante i recenti interessi del giornalismo d’inchiesta e l’impegno di alcune associazioni.
La professione dell’assistente sessuale non è assimilabile a quella dei sex-workers, ma si pone obiettivi differenti ed è accompagnata da un percorso di formazione e condivisione con l’utente, con lo scopo di educare alla conoscenza del corpo e delle sue pulsioni.
Riconoscimento necessario
Di conseguenza, secondo il documento modenese, «riconoscere giuridicamente questa figura garantirebbe maggiori diritti alle persone con disabilità e sostegno alle loro famiglie».
La mozione presentata si prefigge quindi l’attivazione di un tavolo locale dedicato al riconoscimento professionale dell’assistente sessuale per persone con disabilità, coinvolgendo associazioni competenti, l’Ausl di Modena e l’assessorato alle Politiche sociali. Infine, nel documento si auspica «un’applicazione su scala nazionale da parte del Governo, per allineare l’Italia a Paesi come Germania, Olanda, Danimarca e Stati Uniti».