Il lavoro all’ottavo posto tra le priorità degli under 35

Secondo una ricerca condotta da Area Studi Legacoop e Ipsos, i giovani considerano il lavoro soprattutto come una fonte di reddito, un diritto e un modo per affermare la propria dignità e indipendenza.

Il report “FragilItalia – I giovani e il lavoro” mette in evidenza un cambio di paradigma rispetto alle generazioni di genitori e nonni. Il 50 per cento dei giovani intervistati pone infatti al primo posto il rispetto.

Il lavoro viene considerata una priorità soltanto per il 32 per cento, al pari della fedeltà, mentre vengono ritenuti più importanti valori come onestà, libertà, amicizia, sincerità e famiglia.

Presa di coscienza

Non sorprende come per il campione analizzato costituito da giovani tra i 18 e i 35 anni, abbia giocato un ruolo cruciale la pandemia da Covid19.

Infatti, come spiega Simone Gamberini, presidente di Legacoop, «dopo lo shock iniziale, l’esperienza del Covid ha spinto un po’ tutti a riflettere sulle priorità della propria vita. Valori, tempo e risorse, famiglia».

La nuova generazione si preoccupa di essere sfruttata (40 per cento a nord e 48 per cento a sud), ha il timore di non avere più tempo per sé (28 per cento), mentre il 24 per cento si preoccupa degli orari di lavoro.

Per il 30 per cento, la paga auspicabile è quella a base fissa con una componente variabile legata ai risultati. Si tratta di un dato che si lega all’insoddisfazione per la mancanza di riconoscimento del merito (26 per cento).

Al secondo posto tra le forme di retribuzione preferite troviamo lo stipendio fisso integrato dal welfare aziendale. Tra le tipologie di lavoro, al primo posto con ben il 65 per cento delle preferenze c’è il lavoro di concetto, con punte del 75 per cento tra i laureati, a tempo pieno ma con orario flessibile (preferenza espressa soprattutto dalle donne) e con possibilità di smart working.

Infine, gli under 35 manifestano un’esigenza di sicurezza (30 per cento), uguaglianza (29 per cento), stabilità (26 per cento), ecologia (23 per cento), innovazione e giustizia sociale (21 per cento) e considerano tra i maggiori problemi la mancanza di prospettive per i giovani e di stabilità nel lavoro (32 per cento), la scarsa attenzione all’ambiente e al cambiamento climatico (29 per cento).

Roberta Gatto

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