“Garanzia giovani”: dall’Europa venga l’impegno per l’occupazione delle persone con disabilità

Si chiama “Garanzia Giovani” ed è l’iniziativa promossa dall’Unione europea per fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo e la disoccupazione giovanile quando questa nei Paesi risulta superiore al 25 per cento. Proprio a questo provvedimento si è ispirato il Forum Europeo sulla Disabilità per chiedere ai prossimi eletti al Parlamento continentale di «istituire una “Garanzia Europea” per l’occupazione e le persone con disabilità».

«L’Unione Europea» dichiara il presidente dell’Edf Yannis Vardakastanis, «deve una volta per tutte impegnarsi a fondo per garantire alle persone con disabilità un lavoro dignitoso e di qualità perché questo ancora non accade».

Le ragioni di questo appello? Proprio il Forum sottolinea come nel rapporto sul diritto al lavoro delle persone con disabilità prodotto lo scorso anno (disponibile a questo link) era emerso un quadro allarmante riguardo l’occupazione delle persone disabili. Solo il 51,3 per cento delle persone con disabilità nell’Unione Europea hanno un lavoro. E questo rispetto al 75,6 per cento delle persone senza disabilità.

Da qui l’auspicio: «la prossima legislatura europea» chiede l’Edf, «dovrà impegnarsi per migliorare quei dati così deludenti e lo strumento può essere appunto una “Garanzia Europea per l’occupazione e le competenze delle persone con disabilità” sostenuta da un budget stanziato dal Fondo Sociale Europeo, con l’obiettivo di garantire l’occupazione nel mercato del lavoro aperto».

Più in particolare, il Forum chiede «come questo strumento debba essere aperto alle persone che ricevono un’indennità di invalidità, consentendo loro di conservare tale indennità durante il lavoro, la formazione o l’istruzione e non dovrebbe avere alcun limite di età. Per sostenerla adeguatamente, sia dal punto di vista tecnico che finanziario, dovrebbe esserci quindi una specifica sezione. E si dovrà enfatizzare l’occupazione nel mercato del lavoro aperto, escludendo cioè i “laboratori protetti”, rivolti esclusivamente a persone con disabilità, dove i lavoratori non hanno lo status giuridico di dipendenti e non vengono pagati in linea con i requisiti salariali minimi».

Bachisio Zolo

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