Per l’Istat, 13 milioni di persone a rischio povertà in Italia
Oltre 13 milioni di persone a rischio povertà o di esclusione sociale. È quanto emerge dal report Istat per l’anno 2023 dedicato alle “condizioni di vita e reddito delle famiglie”. Un valore in riduzione rispetto al 2022, quando si registrò il 24.4 per cento, contro l’attuale 22.8 per cento.
Questo dato indica anche la riduzione della popolazione a rischio di povertà (18.9 per cento), dovuto alla crescita dei redditi nominali e la diminuzione della popolazione in condizione di bassa intensità di lavoro.
Il termine “bassa intensità di lavoro” indica la percentuale di persone che vivono in famiglie per le quali il rapporto fra il numero totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia durante l’anno di riferimento (cioè quello precedente all’anno di rilevazione) e il numero totale di mesi teoricamente disponibili per attività lavorative è inferiore a 0.20. Per calcolare questo rapporto, si considerano i membri della famiglia in età compresa tra i 18 e i 64 anni. Con alcune esclusioni, per esempio gli studenti tra i 18 e i 24 anni, i ritirati dal lavoro o gli inattivi tra i 60 e i 64 anni.
Aumenta la quota di popolazione (dal 4.5 per cento al 4.7 per cento) in condizione di grave deprivazione materiale e sociale. Si tratta della percentuale di persone che registrano almeno sette segnali di deprivazione materiale e sociale su una lista di tredici indicatori.
Il reddito delle famiglie
Il report Istat evidenzia come nel 2022 le famiglie residenti in Italia abbiano percepito un reddito medio pari in media a 35.995 euro (circa 3mila euro al mese). Questo, infatti, aumenta in termini nominali (+6.5 per cento) mentre segna una flessione in termini reali (-2.1 per cento) tenendo conto dell’accelerazione inflazionistica.
I percettori degli assegni per carichi familiari
A partire dal 1 marzo 2022 è stato introdotto l’Assegno Unico Universale (Auu). Si tratta dello strumento per sostituire l’assegno per il nucleo familiare, detrazioni per i figli a carico e altri interventi.
L’Auu si caratterizza per l’universalità, ovvero il fatto che viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico (al di sotto dei 21 anni) e indipendentemente dalla tipologia di reddito e della disponibilità economica. Nel 2022, i titolari di Auu sono stati circa 7.8 milioni, con importi annuali pari circa a 1930 euro.
Evidenziato anche, come il 38.2 per cento delle famiglie che beneficia dell’Auu non aveva accesso ai vecchi assegni, mentre il 16.8 per cento delle famiglie interessate mantiene il diritto agli assegni di vecchia istituzione e il 45 per cento è coinvolto nel passaggio dai precedenti assegni al nuovo Assegno unico universale.
Emanuele Boi