Tra le onde, la forza di Fabrizio e tanta voglia di aiutare gli altri

Fabrizio Passetti

Nelle onde del mare la forza di riprendersi e rialzarsi sempre, dopo qualsiasi infortunio. Anche senza una gamba. Dall’Italia all’Indonesia, la storia di Fabrizio Passetti, veterano del surf adaptive, ovvero il surf praticato da sportivi con disabilità. Una passione coltivata dall’infanzia e che porta un sogno: aiutare i giovani come lui.

Fabrizio Passetti, la passione per il mare e l’incidente da ragazzino

Genovese classe 1982, con un’infanzia trascorsa nel Savonese. Sin da ragazzo l’immensa passione per il mondo del surf che lo porta a diventare uno degli atleti più promettenti. All’età di 18 anni, però, il terribile incidente in moto, con conseguente amputazione della gamba. Il mondo potrebbe crollare per chiunque, ma Fabrizio sa bene che la vita è troppo breve per non essere goduta in ogni suo istante. E così, nel 2017, grazie alla speciale protesi Itop, Passetti si riappropria della sua tavola e torna in mare.

Un Italiano a Bali, il desiderio di aiutare i ragazzi con disabilità

Nel 2019 Passetti, con l’amore per il mare e il mestiere di chef in mano, parte per l’Indonesia, alla volta di Bali. Obiettivo, “surfare” le temibili onde Padang Padang. Una passione più forte di qualsiasi disabilità. «Vivere con una protesi è certamente dura» spiega Fabrizio, «ma la fatica mi tiene occupato. La vita è preziosa e bisogna sempre andare avanti. Tra le difficoltà c’è anche la burocrazia, capace di rallentare anche la semplice richiesta di alcuni pezzi per la mia protesi dall’Italia. Ma ci si arrangia come si può». Nel 2028 il surf adaptive dovrebbe diventare sport paralimpico e per Fabrizio è fonte di orgoglio esserne stato pioniere italiano. Ma dall’Indonesia il sogno è aiutare, proprio attraverso questo sport, i ragazzi con disabilità motoria e in generale i giovani in difficoltà.

La fondazione Stand We Surf. Obiettivo, aiutare i ragazzi con difficoltà

Attraverso il surf, aiutare i ragazzi in difficoltà. Questo è l’obiettivo della fondazione di Fabrizio, Stand We Surf. «Si tratta di un progetto iniziato in Italia, dove avrei dovuto avere dei supporti economici. Poi, quando si è cominciato a lavorare con ragazzi provenienti da tutta Italia, si è reso necessario spostarmi ovunque, portandomi dietro diverse attrezzature. Purtroppo non ce l’ho fatta». Per Fabrizio, tuttavia, il sogno non è finito: «Questo progetto, lo farò qui, in Indonesia, dove certamente ho più possibilità».

Dalla Liguria a Bali con la passione nel cuore

Una passione e dei valori di sport e perseveranza che Fabrizio trasmette sempre ai suoi allievi – al momento, solo normodotati -, così come a suo figlio. E nella lontana Bali la vita trascorre in maniera diversa. «Qui è un paradiso terrestre. C’è un altro modo di pensare e ragionare. Le persone vivono la filosofia del kharma e, se non riesci a fare qualcosa, si prova a insistere. Ora il mio obiettivo è trovare lavoro nel mio settore, per avere una maggiore sicurezza economica. Ma di certo non riuscirei più a vivere in Italia».

Gianmarco Cossu

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