Dieci buone ragioni per uscire con una persona non vedente
Dopo otto buone ragioni per mangiare cioccolata, stavolta segnaliamo dieci buoni motivi per dare appuntamento a una persona con disabilità visiva. Perché, si sa, la vita è più bella se presa con leggerezza. Armatevi di cioccolatini e di coraggio, quindi, e preparatevi a scoprire le nostre dieci buone ragioni per un appuntamento… al buio.
Occhio non vede…
Non è che voglia tirare acqua al mio mulino, intendiamoci. Ma spesso mi capita di leggere di storie d’amore mai cominciate perché l’altro si è lasciato scoraggiare dalla disabilità visiva del o della possibile partner.
Beh, ragazzi miei, come si dice? Ogni lasciata è persa. E scartando a priori una ragazza o un ragazzo non vedente solo per il fatto che sia, appunto, non vedente, non ci fate proprio una gran bella figura.
Premesso che ogni persona è unica e speciale a prescindere dalla disabilità o meno, questo decalogo si propone come una mini-guida ironica e un po’ irriverente. Niente di serio, quindi, ma una personalissima “spintarella” a prendere tutto con un po’ più di leggerezza.
E a non farsi troppi problemi di fronte alla disabilità visiva, perché alla fine è soltanto una parte della persona, come un colore di capelli o la forma delle orecchie. Non la si può lasciare a casa, ma si può imparare a considerarla da un a nuova prospettiva. Ora bando alle ciance e via con il decalogo.
Le Dieci buone ragioni
La prima è ovviamente il fatto di non vedere. Cosa c’è di buono, direte voi? Semplice: se quel giorno il vento vi ha spettinato la chioma, se avete due occhiaie che gridano vendetta, se vi è uscito un brufolo proprio sopra la punta del naso… Noi non lo vediamo.
Una voce sensuale, un tocco di profumo et voilà, diventate automaticamente l’uomo o la donna più sexy del mondo. Anche con i brufoli. Motivazione numero due: la cena ve la offriamo noi. La maggior parte delle persone con disabilità riceve una pensione, molti lavorano, insomma, i soldi difficilmente ci mancano. Abbiamo potere d’acquisto e non abbiamo paura di usarlo.
Numero tre: posti riservati e sconti. Le persone con disabilità visiva hanno diritto a posti riservati durante gli eventi e hanno sconti per l’ingresso a musei, cinema e spettacoli. Spesso, questi sconti riguardano anche le persone che ci accompagnano. Inoltre, abbiamo diritto a saltare la fila. Insomma, dei supervip.
Numero quattro: abbiamo gli autisti e le colf. Se vivete con una persona con disabilità visiva già lo saprete. Molti di noi si affidano a terzi per le pulizie della casa e per farsi accompagnare in posti. Se siete negati per le faccende o non avete la macchina, nessun problema. Ci pensiamo noi. Uno schiocco di dita ed è subito royal family.
Numero 5: facciamo un sacco di cose. Le persone non vedenti tendono ad annoiarsi facilmente e sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Forse anche per compensare la mancanza di quelli visivi. Chiedete a uno qualunque di noi: a parte i supergeni che si cimentano in competizioni paralimpiche, partecipano a gruppi di lavoro dell’Onu, collaborano con il Parlamento europeo, duettano con Ed Sheeran o combattono il crimine (almeno in tv), c’è anche chi ha interessi nello sport, nella cultura e nei viaggi. Insomma, non ci si annoia mai (o almeno ci si prova).
Numero sei: motivo piccante, se vi piace farlo al buio, risparmiate sul bondage.
Numero sette: abbiamo l’Iva al 4 per cento. Tradotto: se acquistate una cucina insieme a noi, la pagate meno. Così come la tv, il telefono, il computer, la domotica, la macchina. Su quest’ultima non pagate nemmeno il bollo. Più di così?
Numero otto: in caso di black-out non andiamo nel panico. Può sembrare una stupidaggine, ma durante uno dei terremoti che hanno colpito il centro Italia, un uomo cieco ha salvato la moglie grazie al fatto che sapesse muoversi al buio. Insomma, potremmo salvarvi la vita. Senza i superpoteri di Daredevil.
Numero nove: vi facciamo sentire importanti. Per quanto la maggior parte di noi sia autonomo pressoché al 100 per cento, arriverà sempre quel momento in cui vi chiederemo di darci una mano in qualcosa. E allora sarete voi a diventare supereroi.
Numero dieci: concludiamo questa carrellata con il motivo più semplice e banale di tutti. Siamo persone. Abbiamo pregi e qualità come chiunque altro e se decidete di darci una chance, pensate a noi prima di tutto come a delle persone. Dimenticate la disabilità. c’è, ma non è altro che una piccola parte di noi. Può caratterizzarci in tanti modi, alcuni più piacevoli e altri un po’ meno, ma chi può dire in tutta onestà di non avere un qualcosa che ha lo stesso effetto sulla propria persona?
Ricordatevelo, la prossima volta che prenderete in considerazione un’uscita con una persona non vedente. E buon appuntamento!
Roberta Gatto