Disabilità e povertà, in Italia suonano una rima perfetta
Non già più assistenza economica, ma bensì più servizi. Questo è quanto emerge in Italia tra le famiglie che versano in una situazione di povertà e in cui è presente una o più persone con disabilità. L’emergenza è soprattutto la condizione di isolamento vissuta e creata da muri relazionali, istituzionali e di contesto.
A dirlo è una ricerca promossa da Cbm, l’organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità e nell’inclusione delle persone con disabilità nel Sud del mondo e in Italia insieme alla Fondazione Emanuela Zancan (Centro Studi e Ricerca sociale).
Lo ricerca “Disabilità e povertà nelle famiglie italiane” tende a indagare il legame in Italia tra la condizione di disabilità e l’impoverimento economico e culturale (sia la versione integrale che un abstract della ricerca sono disponibili rispettivamente a questo e a questo link).
Dallo studio emerge soprattutto un’esigenza per riuscire ad avere una migliore qualità di vita. Non già contributi economici, ma bensì servizi più “umani”. Sia per i diretti interessati (le persone disabili) e sia per i loro familiari. Tradotto: mettere la persona al centro, così da realizzare una presa in carico globale.