Accessibilità web dei Comuni italiani: così non va

I siti istituzionali dei Comuni italiani non sono accessibili. È quanto emerge dal report “Accessibilità digitale dei Comuni d’Italia 2024” realizzato da AccessiWay.

Nel nostro Paese, secondo quanto previsto dalla legge “Stanca”, enti pubblici e soggetti privati devono promuovere l’inclusione delle persone con disabilità nel mondo digitale, garantendo l’uguaglianza di accesso ai servizi online. Nel 2025, inoltre, le norme sull’accessibilità digitale saranno rafforzate dall’entrata in vigore dell’European Accessibility Act.

Contenuti del rapporto

Il rapporto approfondisce i livelli di accessibilità digitale di 20 Comuni italiani capoluogo di regione, concentrandosi su: conformità con gli standard internazionali di accessibilità, normative specifiche e normative italiane. Sono stati analizzati, inoltre, tre tipi di documenti pdf: curriculum del Sindaco, regolamento edilizio comunale e regolamento sulla gestione dei rifiuti urbani o della raccolta differenziata.

In che modo sono state effettuate le verifiche di accessibilità? Le verifiche sono state condotte attraverso software e strumenti di validazione.

Analisi dei documenti pdf

In termine di accessibilità, la maggior parte dei documenti analizzati ha evidenziato criticità significative. Per esempio, solo 11 documenti (su 60) presentano tag necessari per garantire la corretta struttura del documento; 31 documenti hanno un titolo definito (fondamentale per la navigazione con strumenti assistivi e l’identificazione dei contenuti) mentre solo 19 su 60 hanno impostata la lingua (anche questo aspetto fondamentale per gli strumenti di lettura dello schermo).

Solo 6 documenti su 60 combinano tag, titolo e lingua definiti: si tratta di un numero desolante, se si considera come tag, titolo e lingua combinati dimostrano una percentuale di accessibilità minima del 30 per cento.

Analisi delle Dichiarazioni di Accessibilità

Per quanto concerne le Dichiarazioni di Accessibilità (lo strumento con cui le Amministrazioni rendono pubblico lo stato di accessibilità di siti e applicazioni di cui sono titolari) è emerso come il 100 per cento dei Comuni esaminati presenta dichiarazioni non conformi.

Nello specifico, il 21 per cento utilizza un modello differente rispetto a quello raccomandato da AgID (Agenzia per l’Italia digitale).

Inoltre l’analisi ha rivelato come le affermazioni presenti nelle dichiarazioni di accessibilità non siano vere per il 68 per cento dei Comuni. Altre criticità riscontrate riguardano l’aggiornamento delle dichiarazioni e discrepanze tra affermazioni di conformità e la realtà dei fatti.

Analisi dei siti web comunali

L’analisi dei siti web è stata condotta attraverso uno strumento di validazione che verifica la conformità con le Linee Guida per l’accessibilità dei contenuti web (Wcag 2.1) e la legge Stanca.

Nello specifico, lo strumento utilizzato verifica solo 31 dei 50 criteri previsti dalla legge Stanca, mentre per i mancanti è richiesta una valutazione manuale.

Il rapporto evidenzia come, in media, il 57 per cento dei 31 criteri è rispettato; mentre il 20 per cento dei 31 criteri ha generato avvisi di pericolo, indicando potenziali rischi di inaccessibilità.

Il 23 per cento dei 31 criteri, inoltre, ha evidenziato errori gravi che compromettono l’accessibilità al sito.

Tra i criteri di successo più violati vi sono quelli relativi all’uso del colore (si utilizza il colore come unica modalità visiva per trasmettere informazioni, fattore che può compromettere la comprensione per utenti con difficoltà visive); quello del focus visibile (l’indicatore del focus di navigazione tramite tastiera non è mostrato chiaramente, rendendo l’interfaccia meno accessibile) e quello del contrasto (la rappresentazione visiva di testo e immagini contenenti testo non raggiunge un rapporto di contrasto di 4.5:1, essenziale per la leggibilità).

Emanuele Boi

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