Salute, l’isolamento è un pericolo per gli anziani
Stress, depressione, cattiva qualità del sonno e peggioramento della qualità di vita. Sono solo alcune delle conseguenze della solitudine sugli over 65, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Salute Benessere e Resilienza della Fondazione Bruno Visentini.
La ricerca sull’Indice di Vicinanza alla Salute rivela infatti come l’isolamento sia una delle preoccupazioni maggiori nella popolazione anziana, con conseguenze negative sullo stato generale di benessere.
La maggior parte del campione analizzato riferisce sintomi di depressione, scarsa soddisfazione per la propria vita e per la qualità del tempo libero in relazione a isolamento e solitudine.
Una nuova emergenza sociale
Già nel 2020 l’Istat identificava il 40 per cento della popolazione anziana come sola, accendendo un campanello di allarme su una nuova emergenza sanitaria.
Nonostante la solitudine esuli da questa sfera, rientra però tra i principali fattori di rischio per la salute generale e in special modo per quella mentale degli over 65.
L’alfabetizzazione sanitaria
Altro fattore emergente è quello dell’alfabetizzazione sanitaria, direttamente collegata a quella digitale. Secondo la ricerca, la popolazione anziana in Italia ha un livello di alfabetizzazione digitale molto basso e inferiore alla media europea con un divario di ben 67 punti rispetto alla popolazione under 65.
Ne consegue una marcata difficoltà a usufruire dei servizi digitali legati alle prestazioni sanitarie.
Un dato positivo: la coesione sociale
A conferma di quanto la socialità sia un fattore imprescindibile per la salute degli anziani, il dato relativo alla coesione sociale rivela una ripresa delle attività di volontariato e la partecipazione sociale ai massimi storici dopo le misure di contenimento della pandemia.
In conclusione, i dati raccolti dall’osservatorio mettono in evidenza l’importanza della socialità nello stato di salute degli anziani, mostrando la necessità di includere questa istanza nei piani nazionali della salute, i quali dovrebbero tenere conto anche della componente extra-sanitaria e di quella sociale per il benessere dell’individuo.
Roberta Gatto