Giovani e social: c’è un rapporto stretto con la salute mentale

Valutare l’influenza dei social network sulla salute mentale. Questo l’obiettivo dello studio presentato al congresso per i 150 anni della Società Italiana di Psichiatria e pubblicato su World Psychiatry, rivista ufficiale dell’associazione mondiale di psichiatria.

Lo studio

Lo studio, condotto su oltre 84mila individui di età compresa tra i 10 e gli 80 anni, evidenzia come gli impatti psicologici negativi dei social network si presentino con differenze tra maschi e femmine.

Nelle donne, ad esempio, gli impatti negativi provocati da un eccessivo uso dei social sono stati riscontrati per la prima volta tra gli 11 e i 13 anni, cioè le prime fasi dell’adolescenza. Negli uomini, invece, questi sono stati riscontrati tra i 14 e i 15 anni.

Entrambi i gruppi, tuttavia, hanno mostrato un’ulteriore sensibilità verso i 19 anni, cioè alla fine dell’adolescenza. Emerge, inoltre, come le caratteristiche individuali (ad esempio disfunzioni familiari, problemi di salute mentale, disabilità o isolamento sociale) possono aumentare ulteriormente la vulnerabilità ai danni online nei giovani.

Social network, meglio evitarli?

Oggi i social network  non sono più esclusivamente dei luoghi in cui raccontarsi, ma sono dei veri e propri luoghi di aggregazione, capaci di influenzarci e in cui si vuole avere un ruolo. Ma in che modo occorre rapportarsi con il mondo digitale?

Sono stati svolti diversi studi e la maggior parte dimostrano come un’astensione parziale o totale dai social favorisca il benessere dell’individuo. In particolare, dopo la cessazione dell’utilizzo dei social, si sono registrati benefici sulla depressione o sull’ansia.

Gli specialisti chiariscono come «gli effetti dipendono dal contenuto, dalla durata degli ambienti digitali e soprattutto dall’età e dalla finestra di sensibilità di ciascun individuo. Il web può arricchire la vita di conoscenze e incontri, può aiutare a far crescere la consapevolezza su temi quali diversità e inclusione, ma occorre trovare una giusta via di mezzo e farsi guidare dal buon senso perché è facile sviluppare la dipendenza da internet».

Emanuele Boi

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