Abbiamo provato Piccy Bot, la nuova app per non vedenti che descrive anche i video

Su consiglio di Andrea, un amico non vedente, ho scaricato questa app proprio ieri dal sito di Orbolandia [qui il link].

Non appena apriamo Piccy Bot, compare una schermata con una serie di opzioni. La app è molto semplice e intuitiva e permette di selezionare l’opzione di nostro interesse semplicemente cliccando sopra l’icona. Si può scegliere di farsi descrivere un video, una foto, selezionare il tipo di voce per le audio descrizioni o entrare in una chat.

Io ho scelto di farmi descrivere una foto. Una volta cliccato sull’opzione, è possibile selezionare una foto salvata sul telefono o scattarne una in tempo reale. Ho scelto quest’ultima opzione, scattando una foto dello scaffale nel mio studio.

Audiodescrizione? “WoW!”

Inizialmente sono rimasta piacevolmente sorpresa nel sentire l’audiodescrizione. Questa applicazione sfrutta l’intelligenza artificiale GPT4 ed è in grado di fornire descrizioni molto accurate. La voce di default, come anticipato sul sito di Orbolandia, è molto realistica, anche se caratterizzata da un forte accento americano.

Le descrizioni sembrano però tradotte direttamente dall’americano all’italiano, lo si capisce da alcune espressioni proprie della lingua statunitense ma non della nostra. Per intenderci, come mi aveva fatto notare Andrea, spesso la voce esclama “Wow!” , oppure utilizza forme del parlato tipiche degli americani (mi aspettavo da un momento all’altro che dicesse “figliolo”).

Entusiasmo… anche meno

Purtroppo, questo realismo esagerato segna un punto a sfavore della app, almeno per quanto mi riguarda. Infatti, da non vedente ho bisogno di una descrizione dettagliata, ma veloce, senza inutili giri di parole.

Per intenderci, ho fotografato anche una confezione di yogurt senza lattosio. Ora, a me interessava sapere giusto un paio di cose: il tipo di prodotto, gli ingredienti, la scadenza. Una descrizione della confezione può essere un plus gradito, anche se non necessario.

Tuttavia, la app non si limita a questo. Con il suo fortissimo accento da yankee, mi ha descritto una confezione di yogurt senza lattosio più o meno così: “Con entusiasmo e passione (non so se fosse scritto sulla confezione o se lo abbia detto per darsi la carica). Fantastico! Guarda qui: sembra proprio una confezione di yogurt bianco magro senza lattosio, perfetta per chi come me vuole mantenere la linea ed è intollerante proprio al lattosio. Il design della confezione è accattivante, con l’alternarsi dei colori bianco e viola. Incredibile! E guarda, c’è anche l’immagine di una mucca stilizzata che conferisce modernità e un tocco di stile! WoW! Questa confezione di yogurt senza lattosio è fantastica! C’è anche la data di scadenza”. Purtroppo, quest’ultima informazione è palesemente errata.

Se si vuole evitare il marketing non richiesto di GPT4, si può leggere la descrizione scritta in grado di fornire soltanto i dati fondamentali su prodotto, confezione e scadenza (sempre errata).

In conclusione

Certamente la nuova app della Sparkling Design and Infotech è un ottimo passo avanti verso l’autonomia delle persone con disabilità visiva. Non ho ancora provato l’opzione per i video, ma mi dicono che funziona allo stesso modo delle foto. Sicuramente, siamo sulla buona strada per ovviare al problema del deficit visivo, penso ad esempio al poter finalmente avere una descrizione decente di un capo di abbigliamento prima dell’acquisto o di un prodotto alimentare. Su questi ultimi c’è però ancora tanto lavoro da fare. Sbagliare la scadenza può determinare infatti una serie di spiacevoli inconvenienti, mentre se compro una maglia a righe anziché a scacchi al peggio posso far storcere il naso a qualcuno a seconda di come la abbino.

In definitiva, per me un ottima app, almeno per la descrizione di foto generiche tipo paesaggi e locandine, ma ancora non ci siamo per il resto. Attendo quindi nuove versioni aggiornate e intanto continuo a preferire BeMyEyes, almeno per la descrizione degli alimenti.

Roberta Gatto

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