La violenza sulle donne disabili? L’Istat ancora non la “vede”

L’ultimo rapporto Istat ancora ignora i casi di violenza sulle donne con disabilità.

L’unico riferimento esplicito presente e riguardante i casi relativi a donne con disagio psichiatrico, si trova nelle due tabelle sui criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti.

A dirlo è il recente rapporto di ricerca Le Case rifugio e le strutture residenziali non specializzate per le vittime di violenza – Anno 2022 pubblicato appunto dall’Istat.

Questa discriminazione è in contrasto con la Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica del 2011, ratificata dall’Italia attraverso la Legge 77/13). Dunque, questa legge non viene citata, né evidenziata come tale nel testo del Rapporto di ricerca.

Non si è quindi promossa l’eliminazione dei criteri di esclusione delle ospiti dalle Case rifugio. Le donne escluse dalle Case rifugio, nonostante si trovino in una situazione di marginalità sociale ed essendo esposte a discriminazione multipla, vengono abbandonate a loro stesse.

C’è poi un altro aspetto che emerge e cioè la mancanza di dati disaggregati per la disabilità della vittima. Anche nelle descrizioni fornite nel Glossario, manca completamente l’approccio interiezionale riferito alla disabilità. E non si capisce neppure in quali strutture sarebbero ospitate le donne con disabilità vittime di violenza, né se, qualora vengano ospitate in strutture per persone con disabilità, ricevano servizi adeguati anche per affrontare la violenza subita.

L’Istat ancora una volta non fornisce dati utili a descrivere la violenza che colpisce le donne con disabilità in misura maggiore rispetto alle altre donne. Tantomeno definisce le politiche necessarie affinché il Sistema della Protezione delle donne vittime di violenza diventi accessibile e inclusivo anche per loro.

Bachisio Zolo

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