In Europa l’ageismo è diventato un problema

Circa il 42 per cento della popolazione anziana europea avverte nel proprio Paese discriminazioni legate all’età. È quanto emerge dal Report Globale sull’Ageismo, realizzato nel 2021 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’aumento dell’aspettativa di vita delle persone richiede ancora oggi che si presti particolare a questo fenomeno che ha un impatto negativo su tutti gli aspetti della salute delle persone anziane.

Secondo i dati Eurostat aggiornati al 1° gennaio 2023, più di un quinto della popolazione europea ha più di 65 anni. L’età media della popolazione Ue invece è pari a 44.5 anni. In Italia, sempre secondo i dati Eurostat, l’età media della popolazione è pari a 48.4 anni.

Va ricordato come sull’invecchiamento della popolazione incidono diversi fattori, tra cui il miglioramento delle tecnologie e le cure a disposizione dei sistemi sanitari, il fenomeno della denatalità e l’aumento dell’infertilità.

Tra il 2013 e il 2023 l’età media è aumentata in tutti gli Stati membri dell’Ue, fatta eccezione per Malta e Svezia (rispettivamente -0.4 e -0.1 per cento) mentre in Germania è rimasta invariata.

L’ageismo, cosa è

Con ageismo ci si riferisce a stereotipi, pregiudizi e discriminazioni di persone in base alla loro età. Questo può essere di tipo istituzionale, interpersonale o auto indotto.

L’ageismo istituzionale si riferisce a leggi, norme sociali e politiche promosse dalle Istituzioni che vanno a limitare le opportunità delle persone anziane.

L’ageismo interpersonale si riscontra nelle interazioni tra due o più individui, mentre si parla di ageismo auto indotto quando è interiorizzato e rivolto contro se stessi.

Tre strategie per ridurre il fenomeno dell’ageismo

Il rapporto presenta tre strategie per ridurre il fenomeno dell’ageismo. Nello specifico queste sono di tipo politico, interventi educativi e azioni di contatto intergenerazionale.

Nello specifico, per quanto concerne l’ambito politico è necessario che vengano promosse politiche e promulgate leggi che affrontino il tema delle diseguaglianze e discriminazioni sulla base dell’età.

In ambito educativo si propongono interventi per ridurre l’ageismo in tutti i livelli di istruzione (dalla scuola primaria all’università) e nei contesti di educazione formale e informale. Le attività di tipo educativo, infatti, vanno a rafforzare l’empatia e aiutano a contrastare i pregiudizi e le discriminazioni.

Infine, si propongono una serie di investimenti utili a realizzare azioni volte a favorire l’incontro intergenerazionale.

Emanuele Boi

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