Giovani, e-cig e tabacco riscaldato rischio per la salute
Infiammazioni delle vie respiratorie e alterazioni del Dna. Sono queste le conseguenze del consumo di sigarette elettroniche e tabacco riscaldato secondo la Società Italiana di Medicina Interna (Simi).
L’aumento del consumo da parte dei giovani fa partire un vero e proprio allarme da parte degli specialisti. Infatti, l’uso di queste sostanze non è soltanto collegato a un aumentato rischio di sviluppare dipendenza da nicotina, ma anche e soprattutto allo sviluppo di malattie delle vie aeree, come asma e Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e maggiore suscettibilità a virus e batteri.
I dati
Secondo una ricerca della Simi, a fumare «purtroppo è ancora un italiano su 4 (quasi uno su 3 nella fascia d’età 18-34 anni) e il numero stenta a ridursi ulteriormente. Il 35-45 per cento dei pazienti con Bpco fuma (solo 1 su 5 non ha mai fumato). Metà delle persone che soffrono d’asma è fumatore attivo o un pentito della sigaretta».
Un falso mito
Le sigarette elettroniche non sono meno dannose di quelle tradizionali, anzi. Oltre alla nicotina, le e-cig contengono infatti altre sostanze chimiche in grado di alterare il Dna, favorendo la comparsa di tumori
Se nelle sigarette tradizionali sono presenti 700 sostanze chimiche tra cui nicotina, monossido di carbonio e radicali liberi dell’ossigeno, nei liquidi di quelle elettroniche funzionano come un vero e proprio aerosol di sostanze tossiche, specialmente quelle aromatizzate.
Diventa quindi necessario limitarne il consumo e sensibilizzare i cittadini, soprattutto i più giovani, sui rischi correlati. «Il loro uso nei giovanissimi deve essere ristretto con tutti i mezzi», sottolinea Antonello Pietrangelo della Simi. «Solo nel caso di un forte fumatore di sigarette tradizionali che non riesca proprio a smettere di fumare, l’impiego di questi prodotti alternativi può trovare una giustificazione, nel tentativo di mitigare il rischio», aggiunge infine Giorgio Sesti, presidente della Simi.
Roberta Gatto