Legge 104, usarla in modo corretto

La legge 104 del febbraio 1992 consente tre giorni di permesso retribuiti al mese ai lavoratori con disabilità o a coloro che devono assistere familiari nella stessa situazione. In questo caso, è l’Inps a garantire la copertura economica per quelle giornate lavorative.

La legge 104 può essere applicata anche a due persone diverse che ne assistono una terza, ma in questo caso i permessi non possono essere usufruiti nello stesso giorno. L’assenza dal lavoro può essere giustificata anche se in casa della persona che deve essere assistita ci sono conviventi che non lavorano o se esiste un altro tipo di assistenza.

Per ottenere i permessi, bisogna presentare domanda all’Inps per via telematica, chiamare il numero telefonico 803164, gratuito da rete fissa, oppure affidarsi a un patronato. Sarò lo stesso Istituto di previdenza, una volta terminata la pratica, a comunicare l’avvenuta autorizzazione sia al datore di lavoro che al dipendente.

È però utile ricordare come i permessi vanno utilizzati in modo appropriato: il rispetto delle regole è fondamentale, non solo per mantenere il diritto, ma anche per non correre il rischio di licenziamento.

Una sentenza del 2019 dice che anche un singolo episodio di abuso nell’utilizzo dei permessi può portare al licenziamento, in quanto l’assenza di un lavoratore costringe l’azienda a modifiche nell’organizzazione del lavoro e questo può creare problemi in termini di produzione.

Il diritto ai permessi della legge 104 vale per i lavoratori con disabilità e per chi li assiste e si estende ai parenti e affini entro il terzo grado, se i genitori o il coniuge (o la parte dell’unione civile) o il convivente di fatto del disabile, hanno compiuto 65 anni di età, sono anch’essi affetti da patologie invalidanti a carattere permanente, oppure sono deceduti o non ci sono per motivi certificati dall’autorità giudiziaria o dalla pubblica autorità.

Giuseppe Giuliani

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