Il lavoratore con disabilità come risorsa: tra tecnologie, formazione e welfare
Il lavoratore con disabilità come possibile risorsa per l’azienda, le strategie per l’inclusione e il ruolo delle istituzioni in Italia e in Sardegna. Nell’aula Magna “Giovanna Salaris” della sede Ierfop di via Platone a Cagliari sono stati questi i temi del convegno “Sinergie tra politiche di coesione europee e welfare aziendale in Italia: strategie integrate d’inclusione dei lavoratori con disabilità”. Un incontro realizzato con il contributo delle legge regionale 20 del dicembre 2019 e che ha visto la partecipazione di esponenti delle istituzioni, rappresentanti del terzo settore, dell’Università, delle organizzazioni datoriali e del volontariato.
L’occupabilità delle persone con disabilità: un aiuto dalla tecnologia
«L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è un problema di sostenibilità economica»: queste le parole del presidente Ierfop Roberto Pili che traccia un quadro della situazione europea, italiana e sarda. «Il Continente europeo sta viaggiando con un tasso di vecchiaia del 193 per cento. Nel giro di 20 anni la forza lavoro si ridurrà del 17 per cento. E dunque è un delitto non riuscire a coinvolgere tutte quelle persone con disabilità che vogliono lavorare». Numeri e dati importanti visto come «il tasso di occupazione delle persone con disabilità, in Europa, è del 50,8 per cento» come rileva ancora Pili, «con differenze di gender: le donne risultano meno occupabili degli uomini. In Italia siamo peggio. Il tasso di occupazione è del 35,8 per cento, con un’occupabilità più alta al nord rispetto al sud».
Il lavoratore con disabilità spesso viene visto come una “quota” da assumere e non come una possibile risorsa per l’azienda. «Questo approccio è devastante. L’articolo 3 della Costituzione, la legge 68 e la 104» sottolinea il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo, «costituiscono importanti strumenti legislativi, ma si può fare meglio. Con l’aiuto delle tecnologie, le persone con disabilità possono invece diventare estremamente competitive. In 35 anni di attività, Ierfop ha permesso a migliaia di persone con disabilità di usufruire di programmi di formazione e ha dato loro modo di competere».
Il lavoratore con disabilità come risorsa da includere
«Spesso nel sistema produttivo» rileva l’assessore regionale all’Industria Emanuele Cani, «si immagina di includere e non integrare il lavoratore con disabilità, visto come l’azienda deve assumerne ogni tot di persone. Si tratta di una semplificazione che va superata. L’imprenditore deve valutare le sue esigenze e deve poter scegliere le persone non sulla base delle status fisico, ma sulla base delle sue potenzialità. E per questo le istituzioni devono lavorare per favorire ambienti di lavoro sempre più accessibili». Le ultime tecnologie possono diventare importanti strumenti di integrazione, importanti non solo per il singolo lavoratore ma anche per l’azienda. «C’è la necessità di spingere affinché si acquisisca maggiore consapevolezza sul benessere del lavoratore» sottolinea la senatrice Sabrina Licheri, «e questo va a riflettersi sull’azienda. Necessario quindi far sì che l’azienda venga dotata di mezzi adeguati perché lo sviluppo del Paese non può prescindere dalla tutela delle persone con disabilità».
Welfare aziendale. Obiettivo, migliorare la condizione del lavoratore
Nel convegno Ierfop è emerso come la crescita di un’azienda passi anche dal miglioramento delle condizioni del lavoratore con disabilità. «Il welfare aziendale offre sostegno alle persone con disabilità», spiega Valter Piscedda della Commissione regionale Bilancio e Programmazione, «e la Regione deve supportare questi sistemi nelle piccole realtà anche per combattere lo spopolamento». Proprio in Sardegna, il sostegno economico alle famiglie con componenti non autosufficienti registra numeri più alti rispetto alla media nazionale. «Da 2009 siamo arrivati al 17,7 per cento», sottolinea Piscedda, «e ci sono persone che, prendendosi cura di figli o parenti anziani non autosufficienti, non possono lavorare, pur essendo in grado. E questo porta a costi diretti e indiretti. Adottare il welfare aziendale vede allora l’imprenditore volto a migliorare le condizioni del lavoratore. Raccogliendo queste istanze, noi dalla Regione ci mettiamo subito a disposizione».
Gli altri interventi al convegno Ierfop
Non sono mancati poi, durante il convegno Ierfop, altri interventi programmati. Sempre dallo Ierfop, quelli di Teodoro Rodin, Cataldo Ibba, Alessandro Melillo, insieme al Direttore Focus Europe Fabio Roccuzzo. Andare oltre il semplice obbligo di assumere il lavoratore con disabilità da parte dell’azienda, ma capire come questo possa essere una risorsa: è quanto emerge anche dallo studio illustrato da Alessandro Spano di Chain Factory-Università di Cagliari, che inquadra la situazione in Sardegna. In questo senso, risulta importante aiutare le microimprese in questa direzione, come spiegato da Milena Zara di Confesercenti. Gli strumenti possono essere diversi: sgravi fiscali-contributivi, finanziamenti e sussidi per la formazione inclusiva delle persone più vulnerabili, premi e riconoscimenti, collaborazione con il settore pubblico e terzo settore. «Le persone con disabilità possono acquisire una formazione d’eccellenza e aspirare a profili lavorativi elevati», le parole di Donatella Petretto, docente di Psicologia clinica dell’Università di Cagliari, «il lavoro autentico, inserito nel percorso di vita. Le persone con disabilità sono diverse e i percorsi devono allora essere individualizzati. Necessario sostenere il potenziale delle persone. E il potenziale cresce se noi crediamo nel potenziale».
Dalla tecnologia un aiuto per l’autonomia e l’integrazione
Come già emerso al convegno, un prezioso aiuto per l’integrazione delle persone con disabilità oggi può arrivare dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale. «Protesi esoscheletri, dispositivi uditivi e visivi, interfacce, realtà virtuali o aumentate» come illustra lo specialista in Fisiatria MedNet Mauro Piria, «oggi esistono tanti strumenti di tecnologia assistiva. Ci sono robot che assistono le persone nelle attività quotidiane, nanotecnologie e microelementi che permettono la rigenerazione di alcune parti del corpo, così come nani robot che aiutano le persone, con gravi disabilità fisiche, dando loro opportunità di autonomia». «Noi abbiamo fatto un’integrazione inversa», spiega Hubert Perfler, preside dell’Istituto Ciechi Rittmeyer di Trieste, «portando la scuola pubblica all’interno del nostro istituto. Abbiamo fatto in modo che chi studia potesse farlo in un ambiente familiare e con strumentazioni alla pari dei normo-vedenti, cioè il lavoro che nobilita. Questo ha portato l’istituto a diventare punto chiave nello sviluppo di nuove opportunità».
Gianmarco Cossu