La nuova Prassi di Riferimento per le persone con disabilità in azienda
Intanto la loro definizione. Le “Prassi di Riferimento” (PdR) sono dei documenti che indicano requisiti e linee guida da applicare affinché il tema della gestione delle persone con disabilità in azienda venga collocato in una cornice coerente e attuale.
La Uni/PdR 125 si occupa, per esempio, della parità di genere, tema molto sentito nelle aziende. Soddisfacendo gli auspici fissati dall’Agenda Onu 2030 riguardo la disabilità, è stata lanciata la Uni/PdR 159:2024.
Questo documento pubblicato dall’Uni (Ente Italiano di Normazione) ed entrato in vigore il 25 gennaio di quest’anno, è nato per iniziativa della Regione Lombardia e di Unioncamere Lombardia. Non si tratta di una norma, quindi, ma di un documento di indirizzo.
Questo documento resta in vita cinque anni e chiunque ritenga, può inviare le proprie osservazioni all’Uni.
Si tratta di un documento piuttosto snello e si articola in diversi capitoli nei quali appare subito rilevante la presenza di un “Piano strategico” insieme alla particolare attenzione verso la formazione dei lavoratori.
Il Piano strategico lo si deve vedere come uno strumento operativo indispensabile e, soprattutto, come unico documento di riferimento. E sarebbe opportuno evitare che le aziende inizino un percorso per poi interromperlo, magari perché non hanno il budget sufficiente.
Quando un’azienda adotta un Piano strategico, essa si dota di una mappa ben definita dove si delinea la rotta da seguire verso l’inclusione.
È intanto fondamentale capire come il Piano serve per sé stessi, non per i consulenti o per gli Enti certificatori. Il Piano può essere suscettibile di variazioni e migliorie e questo perché la vita dell’azienda deve confrontarsi con i cambiamenti quotidiani.
Riguardo alla formazione dei lavoratori, il capitolo recita testualmente: «La formazione è uno dei principali strumenti a disposizione dell’organizzazione per costruire cultura inclusiva e favorire la crescita delle persone negli ambienti di lavoro. Essa dovrebbe essere rivolta a tutte le persone, a tutti i livelli dell’organizzazione e considerare le specifiche necessità di personalizzazione in funzione degli obiettivi dell’unità operativa, in termini di tempi di lavoro, modalità esecutive, norme e usi relazionali».Quindi, la formazione è lo strumento principe per far evolvere la cultura aziendale e nessuno deve venir tagliato fuori: la “personalizzazione”, in tal senso, acquisisce ancora più importanza e ci richiede l’impegno di saper tarare lo stesso contenuto sulle diverse “teste” che compongono l’azienda.
Bachisio Zolo