Il Mondo cambia, si dice e ancora di più il modo di parlarne. Mettiamo anche come si scriveva. Siamo incappati in un articolo del Corriere della Sera datato 23 giugno del 1970. Parliamo dunque di ben 54 anni fa e sembra proprio che da allora sia trascorsa un’era. Perché? L’articolo in questione che ci ha fatto sobbalzare nel solo leggere il titolo riguardava le “Olimpiadi per i subnormali” che andavano in scena a Vincennes, a Parigi. Sì, avete letto bene. In un articolo di cronaca a quattro colonne, l’inviato parla dei giochi antesignani delle Paralimpiadi e ne scrive con termini che oggi sarebbero “bollati” come improponibili anche al meno esperto capocronista. Quelle edizioni dei giochi di Parigi erano stati organizzati su iniziativa della moglie dell’ambasciatore americano in Francia che, per la cronaca, era la sorella di John Fitzgerald Kennedy.
«Dimostrata l’importanza educativa dello sport per questi giovani diversi dagli altri» recita il “catenaccio” (posto tra il titolo e l’articolo). Quasi a peggiorare il titolo stesso. E il termine “subnormali” viene ripetuto nell’articolo ben otto volte. Senza tema di sbagliare. A leggerlo c’è da consolarsi di quanti progressi siano stati fatti a oggi e dell’utilità del politically correct di cui oggi quasi si pensa di abusarne.
Oggi, in tempi di inclusione così come di massima attenzione alla comunicazione in tema di disabilità, espressioni simili appaiono terribilmente offensive. E meno male.