Dal Giappone il ragazzo che testa l’Ia per muoversi in autonomia

Muoversi in città senza accompagnatore, cane guida o bastone. Un sogno per milioni di persone con disabilità visiva, ma che presto potrebbe diventare realtà. Ci sta provando Masahiro Fujimoto, campione di videogame giapponese che sta testando l’intelligenza artificiale per girare fuori casa in autonomia. In che modo?

«Posso fare domande a ChatGPT-4 come se stessi parlando al telefono con un amico» spiega. «Quando gli parlo in giapponese, mi risponde in giapponese. Quando lo faccio in inglese, mi risponde in inglese».

La soluzione per muoversi sta nel collegare l’Ia a una applicazione di mappe, come ad esempio Google Maps. «A una domanda come “Ora sono qui, cosa devo fare?”, mi chiede: ‘Dove sei?’. Penso che sia necessario utilizzare un paio di app contemporaneamente, ma presto potremo muoverci senza accompagnatore».

Per iniziare, il gamer dice a Chat GPT di essere cieco e di avere bisogno di indicazioni per persone cieche. Poi prosegue con una serie di domande, per farsi guidare da casa fino allo stadio dove è in corso un torneo di para-esport (videogiochi sportivi giocati da persone con disabilità).

Senza dubbio, l’intelligenza artificiale potrà apportare grossi benefici al mondo della disabilità, anche grazie a giovani come Fujimoto. La domanda, tuttavia, resta sempre la stessa: quanto in là possiamo spingerci con le Ia?

Roberta Gatto

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