Studenti, dispersione scolastica, disabilità e stranieri
Nel giro di 20 anni, secondo i dati Eurostat, la dispersione scolastica in Italia è scesa dal 24 all’11,5 per cento, ma la media resta ancora alta se confrontata con quella europea: 9,6 per cento. Resta anche il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud: si va dal 10 per cento nazionale al 16 per cento della Sicilia o addirittura al 21 per cento della Campania.
Il problema riguarda anche gli studenti con disabilità, cioè con disturbi dell’apprendimento e con Bisogni educativi speciali (i cosiddetti Bes).
A questi dati vanno aggiunti quelli relativi all’analfabetismo di ritorno, quello che riguarda persone che hanno ricevuto una scolarizzazione di base, ma col passare del tempo perdono le capacità acquisite e, in pratica, hanno difficoltà a leggere e scrivere: cinque anni fa, erano il 30 per cento della popolazione.
Per cercare di porre rimedio a questa situazione ci sono i fondi del Pnrr (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza): l’Italia ha messo a disposizione 750 milioni di euro per le scuole secondarie di primo e secondo grado e altri 40 milioni per i Centri Provinciali di Istruzione per adulti. A queste risorse si aggiungono quelle destinate alle scuole paritarie: 45 milioni di euro.
Ma, come detto prima, la questione riguarda anche i ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento, per questo sarebbe necessario che gli istituti scolastici aderissero al bando ministeriale con un apposito progetto per la lotta alla dispersione scolastica. Per gli studenti con disabilità, il destino è, dopo la terza media, di lasciare la scuola ed essere inseriti in centri diurni o residenziali, nonostante l’obbligo scolastico preveda per loro un percorso diverso.
Questa situazione era già nota 5 anni fa, il rapporto del sindacato Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori) evidenziava un tasso di abbandono scolastico, relativo alle persone con disabilità, più alto in Italia rispetto alla media europea: 30,2 per cento in Italia, 23,6 per cento in Europa.
Lo stesso rapporto rilevava anche lo svantaggio degli studenti stranieri rispetto a quelli italiani: un rischio di ripetere l’anno tre volte superiore e un tasso di abbandono scolastico del 30 per cento contro il 12 per cento.
Per quanto riguarda i motivi, la Commissione Europea indica come causa di queste disparità la gestione degli insegnanti, le loro condizioni di lavoro e gli investimenti insufficienti nel settore della scuola.
Giuseppe Giuliani