Telemedicina, intervento sperimentale di riabilitazione visiva su due pazienti italiani

Due soci dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Enna si sono sottoposti a intervento sperimentale di riabilitazione visiva tramite dispositivo medico di telemedicina. Si tratta di una donna di 86 anni e di un uomo di 73, entrambi affetti da emianopsia (malattia che compromette metà del campo visivo). I due pazienti, dopo aver partecipato al bando Irifor dedicato ad “Attività di educazione e riabilitazione visiva domiciliare attraverso tecnologie digitali”, hanno avuto la possibilità di provare questo innovativo intervento di riabilitazione.

La nuova telemedicina

Il dispositivo utilizzato si chiama AvDesk ed è un sistema di riabilitazione neurovisiva, nato in Italia e pensato per il recupero dei deficit del campo visivo. Si tratta in sostanza di un macchinario che emette una serie di stimoli sonori e visivi, con l’obiettivo di risvegliare una particolare categoria di neuroni presenti in diverse aree del cervello, detti neuroni multisensoriali. Questi neuroni, se adeguatamente “allenati”, sono in grado di rispondere anche a stimoli di tipo visivo, andando a sostituire i neuroni della corteccia cerebrale ormai danneggiati.

Si può quindi parlare di vere e proprie “riserve” di neuroni pronti a essere istruiti sul lavoro da fare, in questo caso rispondere agli stimoli visivi. I risultati sono molto incoraggianti, perché il cervello sembra rispondere bene alla doppia stimolazione sensoriale, consentendo di percepire il movimento anche nelle zone cieche del campo visivo. E questo grazie ad aree diverse dalla corteccia, dove si può risvegliare una sorta di visione “non cosciente”.

Come spiega l’ingegner Stefano Linari, fondatore di Linari Engineering e Alleantia. «in diverse aree del cervello si trovano neuroni multisensoriali in grado di ricevere informazioni contemporaneamente da diversi sensi. Correttamente stimolati, questi neuroni possono rispondere maggiormente a input di tipo visivo. È proprio attraverso la loro stimolazione» conclude l’ingegner Linari, «che oggi lavorano gli strumenti mirati a riabilitare il campo visivo».

Una terapia personalizzata

Il trattamento riabilitativo ha visto la partecipazione di un’ortottista dell’Uici di Enna, Alessia Di Simone, per 24 ore (12 per ogni Socio) e l’educatrice con competenze nella riabilitazione e in attività di ausilioteca della stessa Uici di Enna, Adriana Marta Zocco, per 6 ore (3 ore per ogni Socio).

Alessia Di Simone si è avvalsa di un software per la telemedicina con intelligenza artificiale, in grado di monitorare e guidare il paziente durante tutto il training, permettendogli di mantenere non solo la corretta postura, ma anche la capacità attentiva, fondamentali per la buona riuscita del trattamento.

I risultati

Al termine delle 30 ore di riabilitazione, i due soci hanno migliorato notevolmente le loro problematiche cognitivo-comportamentali legate alla perdita del campo visivo. In particolare, hanno migliorato la velocità di lettura, la capacità di vedere alcuni oggetti, la capacità di muoversi in ambienti esterni. Inoltre, è migliorata la capacità di esplorazione all’interno della zona cieca del campo visivo, incoraggiando un nuovo intervento riabilitativo nel prossimo futuro.

Roberta Gatto

Lascia un commento