Ho provato ChatGPT in versione gratuita. Ecco cosa è successo
Tra idee più o meno valide, testi improponibili e dialoghi assolutamente naif, alla fine confessiamo di esserci divertiti non poco e di aver individuato (pochi) punti di forza da sfruttare quando ad esempio si scrive la bozza per un nuovo romanzo.
Cantami, Oh Chat, di ninja ottocenteschi
Come giornalista e scrittrice di romanzi, non ho potuto fare a meno di lasciarmi sedurre dal fascino dell’IA. Ovviamente in versione gratuita. Il primo approccio con questo strumento è stato, lo confesso, entusiasmante. Non riuscivo a credere che una app rispondesse alle mie domande nel giro di mezzo secondo e che mi fornisse anche risposte all’apparenza sensate e accurate. Poi, man mano che le mie domande diventavano più specifiche, il bot ha cominciato a rivelarsi per ciò che è veramente: un’arma a doppio taglio. Perché non solo Chat GPT non dà risposte accurate, contraddicendosi più e più volte e costringendo l’utente a verificare ogni volta le informazioni, ma spesso attinge al lavoro di altre persone, plagiando senza pietà.
Una storia già sentita
L’ho capito non appena ho provato a chiedergli una trama per un romanzo rosa vittoriano. All’inizio ero entusiasta, Chat GPT mi ha fornito molteplici spunti, poi tra le varie proposte è uscita fuori la trama del primo romanzo di Bridgerton, proprio pari pari, e lì ho capito come lavora il subdolo schiavetto virtuale.
Per non parlare di idee assolutamente balzane e tuttavia divertentissime, come quando mi ha suggerito una scena per uno dei miei ultimi romanzi (ancora inedito) in cui Louis Braille si apposta come un ninja sul muro di recinzione di una villa per spiare ciò che succede all’interno, vestito in una aderentissima e anacronistica tuta da supereroe in pelle nera. Peccato che Louis Braille fosse cieco e sia vissuto a fine Ottocento.
Mi scuso per l’errore
Quando si fa notare a Chat GPT di aver appena scritto una corbelleria, l’educatissimo bot si scusa per l’errore. Salvo poi farne altri. Se poi come me siete particolarmente suscettibili e lo criticate aspramente per non aver fatto un buon lavoro, anziché mandarvi a quel paese si scusa per aver tradito le vostre aspettative. E ci riprova, ancora e ancora, finché voi non dichiarate la resa.
Capita anche che al povero Chat venga chiesto di scrivere un’intera scena. Nella versione gratuita, il risultato è a dir poco adorabile, nel senso ironico del termine.
Chat GPT fa tenerezza
Sì, perché possiede uno stile di scrittura talmente puro e ingenuo da far sorridere. Vi lascio un esempio: “Nel cuore di un bosco lussureggiante, Elena passeggiava con il suo cavallo, godendosi la pace della Natura. All’improvviso, un bandito emerse dall’ombra, afferrando le redini e minacciandola con un pugnale. “I tuoi gioielli e il tuo denaro, subito!” esclamò, la voce carica di avidità. Il cuore di Elena batteva all’impazzata, il terrore dipinto sul suo volto. Cercava di mantenere la calma, ma la paura la paralizzava. In quel momento, come un eroe delle leggende, Sir Alessandro apparve galoppando. “Lascia immediatamente quella dama!” ordinò, la sua voce ferma e gli occhi colmi di determinazione. La sua presenza emanava sicurezza, un faro di speranza nel tumulto”.
Questo è ciò che il bot ha prodotto dopo avergli posto le seguenti richieste:
1 scrivi una scena nella quale un gentiluomo salva una gentildonna da un bandito
2 riscrivila più breve
3 metti l’enfasi sui loro sentimenti
Ovviamente, una scena così è improponibile in un qualsiasi romanzo, almeno dal mio punto di vista. Tuttavia, non posso negare che l’idea non sia male, uno spunto interessante da cui partire. La prima versione, quella che rispondeva alla richiesta 1, era poi quasi del tutto accettabile.
Qualcuno con cui parlare
Chat GPT in versione gratuita non può a mio avviso sostituire una persona, ma offre un valido aiuto nella creazione delle bozze. Questo anche perché è possibile usarlo per fare brainstorming, ovvero per sottoporgli le proprie idee e chiedergli dei suggerimenti sulla direzione da far prendere alla trama. Mi spiego meglio. Le risposte alle domande son il più delle volte (non sempre) inutilizzabili, ma il solo fatto di dover porre delle domande costringe chi scrive a spremersi le meningi.
Mi sono così ritrovata spesso a sciogliere da sola nodi della trama nel momento stesso in cui scrivevo la domanda da porre. A volte basta qualcuno con cui parlare, purtroppo non sempre troviamo questo qualcuno in carne e ossa. E allora ben venga l’IA.
Per quanto riguarda la stesura di articoli, il discorso è lo stesso. Chat GPT ha uno stile inconfondibile e a un occhio attento risulta facile individuare un testo scritto dall’IA. Tuttavia, può fornire idee interessanti su cui lavorare, ad esempio suggerire ricerche da verificare e approfondire, o dare spunti per titoli quando si è a corto di idee. Per questo articolo suggeriva le seguenti opzioni:
1. “Limitazioni e Potenzialità di ChatGPT: La Versione Gratuita è Adatta ai Professionisti?”
2. “ChatGPT Gratis: Un Assistente Virtuale con Confini da Conoscere”
3. “ChatGPT nella Sua Versione Gratuita: Un Aiuto Parziale per l’Uso Professionale”
4. “La Versione Gratuita di ChatGPT: Opportunità e Limiti per i Professionisti”
I titoli suggeriti non sono male, ovviamente non rispecchiano quello che è il mio stile e la mia personalità. Avrei comunque potuto utilizzarne uno qualsiasi, magari modificandolo per renderlo più “mio”.
In conclusione, la versione gratuita di Chat GPT non è ancora in grado di sostituire il lavoro creativo di chi scrive, ma se usato con intelligenza può rivelarsi un valido supporto.
Roberta Gatto