Tanti, troppi casi di autismo, c’è un eccesso di diagnosi?

Si scrive Adhd, si legge disturbo da deficit di attenzione/iperattività, e la sua diffusione in Italia sembra in costante crescita negli ultimi anni. Stiamo parlando delle diagnosi di disabilità tra i bambini e dei casi che riguardano l’autismo e altri disturbi dell’apprendimento.

Per capire la situazione facciamo riferimento ai dati Istat: negli ultimi dieci anni le certificazioni di disabilità nelle scuole sono aumentate quasi del 40 per cento, dato ancora più rilevante se si considera la diminuzione del numero degli studenti. Il dato è tutto italiano, nel resto d’Europa la situazione sembra molto più lineare.

Ecco perché qualcuno paventa l’ipotesi di un eccesso diagnostico. Quel qualcuno è il pedagogista Daniele Novara che, come riporta il sito Orizzontescuola.it, ritiene «la medicalizzazione dell’infanzia e la ricerca di cause neuropsichiatriche, capaci di mettere in secondo piano altri fattori determinanti nella valutazione come l’educazione familiare e il contesto sociale».

Il problema è evidente, per quanto riguarda i numeri, soprattutto nei casi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento e in particolare della dislessia: in Italia si registrano casi 4-5 volte superiori al resto della media internazionale.

Per questo, Novara, che è anche direttore del Centro Psicopedagogico per l’Educazione e la Gestione dei Conflitti, si sbilancia e parla di «possibilità che tre diagnosi su quattro siano sbagliate». La conseguenza sarebbe quella di assegnare ai bambini un percorso educativo inadeguato.

Novara invita alla prudenza in modo da evitare diagnosi affrettate e che rischiano di condizionare la crescita dei bambini suggerendo quindi di puntare «sul supporto familiare per favorire il benessere psico-fisico dei bambini e prevenire disagi e difficoltà».

Giuseppe Giuliani

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