A vent’anni la diagnosi di retinite pigmentosa. Per Eduardo Adrian Avila Sanchez (38 anni) fu quasi una sentenza e un cambiamento di vita perché da subito, la sua promessa sposa lo lasciò di punto in bianco. Oggi è uno judoka paralimpico messicano e gareggia in eventi internazionali. Aveva iniziato a praticare lo judo all’età di otto anni e quando assisteva con il padre alle gare, era lui che lo incoraggiava a partecipare.
Eduardo Avila-Sanchez nonostante la crescente menomazione visiva, non si era dato per vinto e decise di proseguire negli studi così come di continuare con la sua grande passione nello judo. Trovò modi alternativi di allenarsi, una nuova routine per sopperire al rapido calo della vista e, soprattutto, un contesto familiare e sociale che non si oppose ai suoi progetti.
Il primo oro paralimpico arriva a Pechino 2008, a soli due anni dalla terribile diagnosi. Fu solo l’inizio di una carriera che, in soli tredici anni, lo ha portato ad altre tre medaglie paralimpiche, a due titoli mondiali, a quattro ori panamericani, ad una laurea in economia e a tanti altri successi. E guardando a oggi, Eduardo è una colonna portante della sezione parasport del comitato olimpico messicano per il quale dirige iniziative per avvicinare i bambini con patologie della vista al judo.