Donazione di organi, Italia al secondo posto in Europa

I dati sono quelli relativi al 2023 e dicono che l’Italia è al secondo posto tra i principali Paesi europei per quanto riguarda la donazione di organi. Emilia Romagna, Veneto e Toscana sono le regioni più generose, buoni risultati anche in Sardegna, Piemonte e Marche.

Più in generale si può dire che è stato un anno positivo per tutti i numeri che riguardano l’attività di trapianto e cresce anche il numero degli interventi che hanno avuto esito positivo.

In Europa

Al primo posto c’è la Spagna con 48,9 donatori per milione di abitanti, l’Italia segue con 28,2, poi la Francia con 26,3, Regno Unito 21.3 e Germania 11,4.

L’analisi è quella compiuta sull’attività annuale della Rete nazionale dei trapianti e pubblicata sul sito del Centro trapianti del Servizio sanitario nazionale. I dati fanno riferimento agli organi solidi, ma anche a tessuti, cellule staminali emopoietiche, gameti e microbiota intestinale.

L’Italia raggiunge il dato più alto della sua storia per quanto riguarda il rapporto tra numero dei donatori e numero degli abitanti e scavalca la Francia.

I numeri

Entrando nel dettaglio, il report dice che in Italia lo scorso anno sono stati 3.092 i donatori segnalati, 1.667 quelli utilizzati e 4.466 i trapianti effettuati. Rispetto al 2022, sono raddoppiati i trapianti da donatore a cuore fermo: 444 ed è diminuito il numero di pazienti in attesa di un trapianto (da 8.112 a 7.941), il 76 per cento era in attesa di un rene.

Il maggior numero di trapianti (457) sono stati effettuati alla Città della salute e della scienza di Torino, poi all’Azienda ospedaliera universitaria di Padova (435) e subito dopo al Sant’Orsola di Bologna (322). A Torino si è trattato in prevalenza di trapianti di rene e fegato, mentre a Padova ci si è occupati di polmone e pancreas. Nel sud spicca il dato del Policlinico di Bari, primo in Italia per i trapianti di cuore.

L’attività di prelievo degli organi è avvenuta in 221 ospedali, i più impegnati in questo senso sono stati l’Ospedale Civile Maggiore di Verona, il Bellaria di Bologna e il Careggi di Firenze.

I numeri positivi sono dovuti all’aumento delle segnalazioni di potenziali donatori nelle terapie intensive e l’impulso dato dal Centro Nazionale Trapianti alle donazioni a cuore fermo.

Le opposizioni

L’unico indicatore rimasto inalterato è quello relativo alle opposizioni al prelievo in rianimazione: la percentuale di chi rifiuta la donazione è del 30,5 per cento ed è legata all’alto numero di contrari che si registra al momento del rinnovo della carta d’identità, quando viene chiesto di esprimersi sulla volontà o meno di donare gli organi. Un aiuto da questo punto di vista dovrebbe arrivare dal portale digitale della carta d’identità elettronica che consentirà agli italiani di esprimere il proprio parere da casa e non più all’ufficio anagrafe.

Giuseppe Giuliani

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