Dicono che gli stipendi in Italia tornino ad aumentare
Più nel privato che nel pubblico: i salari crescono seppur di poco e a dirlo è la fotografia arrivata dall’Istat. Secondo l’istituto statistico, in Italia la retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2024 è cresciuta del 3,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023.
Per quanto riguarda il settore privato, gli analisti dell’Istituto evidenziano, anche nel secondo trimestre dell’anno, come nei due trimestri precedenti la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali. Esse si attesterebbero infatti a +4,1 per cento risultando la più elevata di quella dell’inflazione (l’indice Ipca +0,9 per cento). Questo significherebbe un recupero del potere d’acquisto potenziale per i consumatori. Ma è davvero così?
I salari in salita
Secondo l’Istat, l’incremento retributivo più sostenuto si registra nel comparto industriale su cui pesano in positivo i rinnovi contrattuali. Ci sono poi gli incrementi economici fissati dai rinnovi nel settore del credito, assicurazioni e commercio. Incoraggiante anche la nota degli esperti dell’Istat secondo cui, «questa fase di recupero delle retribuzioni rispetto all’inflazione dovrebbe consolidarsi nei prossimi mesi, alla luce della chiusura di ulteriori rinnovi nel settore dei servizi».
Guardando poi al mese di giugno, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie segna un aumento dell’1,2 per cento rispetto al mese precedente e del 3,6 per cento rispetto a giugno 2023. Quindi, l’aumento tendenziale è stato del 4,9 per cento riguardo i dipendenti dell’industria, del 3,7 per cento di quelli dei servizi privati e dell’1,6 per cento dei lavoratori della pubblica amministrazione.
I contratti
Alla fine di giugno risultano in vigore 41 contratti. Essi regolano il trattamento economico di circa 8,4 milioni di dipendenti e corrispondono al 62,9 per cento del monte retributivo complessivo. Quest’ultima quota sale all’ 81,8 per cento nel settore privato, differenziandosi per attività economica: 100 per cento nel settore agricolo, 94,1 per cento nell’industria e 70,0 per cento nei servizi privati. Risulta pari a zero nella pubblica amministrazione, in quanto tutti i contratti sono scaduti.
Essendo ancora in attesa dei rinnovi relativi al triennio 2022-2024, nella pubblica amministrazione la crescita retributiva risulta in rallentamento ed è sostenuta esclusivamente dall’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale ai dipendenti delle amministrazioni non statali.
I settori in cui aumentano gli stipendi
Dove si registrano gli aumenti maggiori? Per l’Istat, i comparti dove si presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono: legno, carta e stampa (+8,5 per cento), credito e assicurazioni (+7,1) e settore metalmeccanico (+6,4). L’incremento è invece nullo per farmacie private, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e attività dei vigili del fuoco.