Disabilità e scuola: cosa sapere per fare davvero inclusione

Il nuovo anno scolastico è alle porte anche per gli oltre 338mila studenti con disabilità (Istat 2022-2023) che si preparano ad affrontarlo con il supporto di figure specializzate come insegnanti di sostegno e tutor.

Ma quali sono gli strumenti principali per rispondere alle loro esigenze di apprendimento? Il Pei, Piano Educativo Individualizzato, è uno strumento obbligatorio nei casi di disabilità certificata.

Si tratta di un piano redatto sulla base di alcune informazioni relative al singolo caso, mentre il Pdp viene realizzato sulla base di un modello che valuta le capacità dell’allievo in diverse attività.

Secondo le linee guida del Miur e seguendo quanto previsto dalla legge 170/2010, ad esempio, per gli studenti con diagnosi di Dsa (disgrafia, dislessia, discalculia ecc.) il piano da attivare è il Pdp.

Per gli studenti con Bes (Bisogni Educativi Speciali) non certificati, l’attivazione del Pdp è invece a discrezione di insegnanti e genitori.

Entrambi i piani, Pei e Pdp, hanno l’obiettivo di permettere agli alunni con bisogni educativi speciali (certificati e non) di apprendere al pari dei loro coetanei, raggiungendo i successi educativi prefissati.

Il Pei

Il Piano Educativo Individualizzato è un piano a lungo termine in grado di coprire l’intero percorso di apprendimento dello studente. Si focalizza su tutti gli aspetti educativi e coinvolge insegnanti, genitori, specialisti e professionisti della salute.

Il Pei viene redatto sulla base di una valutazione completa delle abilità, delle competenze e delle necessità dello studente, fornendo così un quadro completo ai fini del successo educativo.

Il Pei inoltre, si basa su quattro aspetti fondamentali: l’area cognitiva, neuropsicologica e dell’apprendimento, sull’autonomia e l’orientamento, sulla socializzazione e l’interazione e infine sulla comunicazione e il linguaggio. Viene redatto a inizio anno scolastico, ma va aggiornato periodicamente in base a difficoltà e progressi dello studente. Al suo interno, sono inoltre fissati gli obiettivi educativi e gli strumenti con cui raggiungerli, le attività previste per conseguirli e i criteri di valutazione.

Il Pdp

Il Piano Didattico Personalizzato è più breve e specifico del Pei e viene aggiornato più spesso in base alle esigenze dello studente.

Questo strumento si focalizza sull’organizzazione e l’adattamento del curriculum scolastico, in modo da soddisfare le esigenze specifiche di apprendimento. Il Pdp si basa sulle informazioni raccolte nel Pei e mira allo svolgimento di azioni concrete in classe. Per questo coinvolge principalmente insegnanti e personale scolastico.

Ai docenti spetta il compito di adattare il curriculum, le attività didattiche, le modalità di valutazione e di monitorare i progressi dello studente apportando, se necessario, delle modifiche al Piano.

Il Pdp, come detto, è obbligatorio per studenti con Dsa certificato, ma non per alunni con Bes non certificati di natura psicologica, comportamentale o emotiva e in situazione di svantaggio economico, sociale o linguistico. In questi casi, il Pdp è a discrezione di genitori e insegnanti.

Nel Pdp si possono trovare l’anagrafica dell’alunno, il tipo di disturbo, gli strumenti compensativi previsti, le misure dispensative necessarie, le attività didattiche personalizzate, le forme di verifica e valutazione.

Gli strumenti compensativi

Infine, per favorire l’inclusione di studenti con bisogni educativi speciali (secondo quanto previsto dalla legge 170/2010), si possono utilizzare alcuni strumenti in grado di sostituire o facilitare la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.

Questi strumenti, chiamati compensativi e dispensativi, permettono agli allievi di studiare e apprendere efficacemente quanto previsto nel programma scolastico. Tra questi, sicuramente rientrano gli ausili tecnologici come le applicazioni e i software per l’accessibilità, la lettura, la scrittura e il calcolo.

Roberta Gatto

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