Lavoratori, diritto alla disconnessione: in Australia diventa legge

Dal 26 agosto, in Australia, i lavoratori dipendenti di piccole e medie aziende sono in diritto di non rispondere a e mail, chiamate o messaggi che arrivano dal posto di lavoro. Un diritto a “disconnettersi”, insomma.

Diventato legge dopo essere stato approvato dal Parlamento a febbraio.

Secondo la norma, dopo l’orario di lavoro i dipendenti possono «rifiutarsi di controllare, leggere o rispondere» a e mail, messaggi e chiamate dell’ufficio a meno che «il rifiuto non sia irragionevole», cioè senza timore di ricevere reclami da parte dei propri manager.

Ma come si è giunti a questa modifica dei doveri e diritti dei lavoratori?

Secondo i dati dell’Australian Institute, lo scorso annoi dipendenti hanno lavorato 281 ore extra non retribuite, per un valore calcolato di 130 miliardi di dollari australiani (circa 79 miliardi di euro). Da questo dato sono derivate multe fino a 94mila dollari per le aziende.

La nuova norma prevede che le piccole aziende (con meno di quindici dipendenti) non dovranno applicare subito la norma, ma hanno tempo di adeguarsi fino al 26 agosto 2025. Per tutte le altre, già da questi giorni è entrata in vigore.

Insieme alla legge, sono state previste anche le multe per chi non la rispetterà: fino a 19mila dollari australiani (circa 11.500 euro) per il dipendente o fino a 94mila dollari australiani (circa 57mila euro) per l’azienda.
E nel resto del mondo?

L’Australia non è il primo Paese ad avere una legge simile perché in Belgio esiste dal 2022, in Spagna dal 2018, in Francia è entrata in vigore nel 2017. Anche in Argentina e Messico ci sono delle normative sul tema, mentre in Paesi come gli Usa e l’Italia ancora non è stato fatto questo passo. In Italia esiste solo la legge 81/2017 dove nell’accordo individuale tra azienda e dipendente in materia di «smart working», si parla dei tempi di riposo del lavoratore durante lo svolgimento del lavoro da remoto.

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