Più turismo? Un’illusione ottica

Altro che aumento dei turisti. Nonostante alcuni successi di presenze a Venezia, Firenze e Bologna, i numeri “reali” parlano chiaro. Gli italiani viaggiano sempre meno (colpa anche della precarietà dei trasporti) e così i turisti sono soprattutto stranieri. Soprattutto americani: rispetto al 2023 si registra il 4 per cento di presenze in più dall’estero. Ma il calo di presenze italiane è netto e a luglio e agosto si è accentuato.

La causa primaria? Semplice: non ci sono soldi. Il potere d’acquisto è crollato, i prezzi delle materie prime e dei servizi sono lievitati. Così si è tornati alla frugalità. E non è un nuovo stile di vita, ma una necessità di cassa.

Città al mare

Il calo di luglio e agosto del turismo interno riguarda soprattutto le località balneari e le grandi città. Chiaro che questo possa essere dovuto anche al caldo torrido che ha fatto preferire zone più temperate svuotando così le città.

Secondo il Sole 24 Ore, c’entra anche l’onda lunga dell’inflazione.

Ci sono città che soffrono di più: Napoli segna un – 20 per cento, Agrigento – 25. In Liguria le presenze sono calate del 5 per cento. Ma c’è di più: dai turisti si registra un calo dei consumi. Qualche esempio? Ad Alghero, le vendite dei fornitori e grossisti di alimenti e bevande hanno subito una contrazione che varia dal 25 al 37 per cento. Bologna, altra cittàrinomata per le arti culinarie e il cibo, ha visto i suoi ristoranti perlopiù semivuoti. C’entra solo il caldo che si è registrato?

Caro vita

Non si può non considerare come problema principale il costo della vita che è aumentato. E poi, sempre per quanto riguarda le vacanze, affittare un ombrellone con lettino è costato un 4 per cento in più. Per non parlare del trasporto marittimo che ha registrato aumenti di +11,4 per cento, con i pacchetti vacanza a +2,8 per cento secondo i dati Codacons. Insomma più i costi turistici aumentano e più i turisti si defilano.

Uno studio del Crif, la Centrale del rischio, rivela come le imprese del turismo registrano un tasso minore di pagatori puntuali (20 per cento) e un numero maggiore di pagatori con grave ritardo (17,4 per cento).

A soffrire di più è la ristorazione

A Roma nonostante in tanti parlino di boom del turismo, guardando meglio i numeri della ristorazione si vede come rispetto all’agosto del 2023, i ristoranti hanno avuto un calo di prenotazioni del 13 per cento. Certo, l’estate non è ancora finita e i conti sono provvisori, ma i numeri rivelano già tanto. Per quanto riguarda le altre città, il numero di attività di ristorazione registrate è diminuito per il terzo anno consecutivo: si è passati dalle 392.535 del 2022 a 387.583 (-1,2 per cento) nel 2023. Per il secondo anno di fila, è calato anche il numero di quelle attive: da 335.817 a 331.888, con un saldo di -3.929 (-1,16 per cento). E così, come si fa a non leggere questi numeri come un minore potere d’acquisto degli italiani?

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