Lavoro: necessario facilitare le assunzioni per le persone con disabilità
«Lavorare è per ogni cittadino un diritto-dovere» dichiara Roberto Speziale, presidente nazionale dell’Anffas, «e questo vale anche per le persone con disabilità, cittadini al pari degli altri. Purtroppo ancora oggi, nonostante si tratti di un diritto sancito sia dalla nostra Costituzione che dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, il lavoro è un miraggio e in particolare per le persone con disabilità intellettive e disturbi del neuro sviluppo perché frequentemente vittime di pregiudizi e stereotipi legati alle loro capacità. Invece sono proprio loro a chiedere a gran voce un lavoro vero al fine di essere cittadini attivi e poter dare il proprio contributo alla società».
I dati
«Sebbene nell’ultimo decennio la quota di persone con disabilità che cercano o hanno un’occupazione sia passata dal 43,7 al 52,2 per cento, grazie alla combinazione di politiche nazionali e regionali efficaci e di una cultura più inclusiva delle imprese, l’ingresso al lavoro per questi cittadini e cittadine resta ancora critico» fanno sapere dall’Anffas. «Stando ai dati Istat del 2022, su una popolazione di circa 3 milioni di persone con gravi disabilità solo il 33,5 per cento, nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni, risulta occupata, contro il 60,2 per cento delle persone senza limitazioni».
Italia più inclusiva
«Un dato preoccupante» spiega ancora l’Anffas, «anche se, nel confronto internazionale, l’Italia si distingue positivamente per la sua maggiore capacità inclusiva nei confronti delle persone con disabilità meno gravi». Secondo Eurostat, infatti, è il Paese con il gap più basso d’Europa: il tasso di disoccupazione di chi ha disabilità non gravi è del 11,8 per cento contro una media dell’Unione Europea del 17,3 per cento.
Anche per questo, l’obiettivo dell’accordo siglato dall’Anffas a Roma è quello di facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro di persone con disabilità in stato di disoccupazione o di esclusione sociale, nel rispetto delle loro competenze specifiche.
«Nel dettaglio» sottolinea ancora l’Anffas, «le parti si sono impegnate a diffondere e a implementare strumenti quali l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro, oltre a sostenere politiche di contrasto all’emarginazione e a sostegno delle fasce sociali più deboli e a maggior rischio di marginalizzazione sociale, con particolare riferimento alle persone con disabilità e alle loro famiglie, anche al fine di individuare ulteriori forme di assistenza e di interlocuzione istituzionale. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, per il tramite della Fondazione Consulenti per il Lavoro, farà conoscere le opportunità legate all’assunzione delle persone con disabilità, fornendo formazione specifica alle aziende e ai consulenti che operano sui territori, affinché diventino l’anello di congiunzione tra chi cerca e offre lavoro».
Roberta Gatto