Lavoro: le persone con disabilità guadagnano il 12 per cento in meno rispetto ai colleghi senza disabilità
Le persone con disabilità sono tra le più svantaggiate nel mercato del lavoro. Non solo trovano impiego con maggior difficoltà rispetto a chi non ha una disabilità (nonostante l’esistenza di leggi volte all’inclusione lavorativa di queste persone), ma quando trovano impiego sono spesso pagate meno dei colleghi senza disabilità. A soffrire maggiormente questa situazione di svantaggio sono ancora una volta le donne, le quali subiscono una doppia discriminazione, in quanto donne e persone con disabilità.
Lo studio
A restituirci questo scenario negativo è una ricerca condotta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) intitolata “A study on the employment and wage outcomes of people with disabilities” (Uno studio sui risultati occupazionali e salariali delle persone con disabilità).
Lo studio di 50 pagine, a firma di Sévane Ananian e Giulia Dellaferrera, è stato pubblicato lo scorso 27 agosto e contiene dati aggiornati al 2022. Dallo studio emerge la disparità salariale tra i lavoratori con disabilità e gli altri dipendenti. Una disparità che si aggira attorno al 12 per cento in meno all’ora. Una discriminazione in piena regola, se si considera come i tre quarti di questo divario (9 per cento) non possano essere spiegati con differenze relative a istruzione, età e tipo di lavoro. Insomma, l’unica discriminante è proprio la condizione di disabilità.
I dati
Nei Paesi a reddito medio basso, il divario cresce fino al 26 per cento, mentre in generale le donne con disabilità guadagnano il 6 per cento in meno dei colleghi maschi.
Nei Paesi in via di sviluppo, le persone con disabilità hanno maggiori difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro, ricoprono mansioni inferiori al titolo di studio, ricevono premi e scatti di livello a singhiozzo rispetto agli altri dipendenti e affrontano periodi di disoccupazione più lunghi. Inoltre, hanno maggiori probabilità di lavorare come autonomi, quasi sempre da casa.
Secondo lo studio dell’Ilo, queste penalizzazioni sono riconducibili alla limitata disponibilità di alloggi accessibili nei pressi del luogo di lavoro, oltre alle discriminazioni messe in atto sul posto di lavoro.
La situazione nei Paesi Ocse
Il report sottolinea come nei Paesi dell’area Ocse, nonostante la presenza di leggi volte alla promozione delle pari opportunità e dell’equa remunerazione per le persone con disabilità, il numero di chi trova impiego sia del 44 per cento, contro il 75 per cento delle persone senza disabilità.
In Italia, il numero di persone con disabilità occupate è del 35 per cento. Numeri che fanno riflettere e che, conclude l’Ocse, mettono in luce la necessità di accompagnare e aiutare maggiormente gli studenti con disabilità nel passaggio di vita complesso scuola-lavoro, insieme a una maggiore attenzione da parte dei vari enti legislatori e responsabili politici ad agire per migliorare il quadro della situazione a sostegno delle persone con gravi e gravissime disabilità.
Roberta Gatto