Giovani in fuga dalla Sardegna

Dopo la pandemia e in conseguenza del conflitto tra Russia e Ucraina, sono sempre di più i giovani sardi che scelgono di abbandonare l’isola in cerca di lavoro. Come si legge nel rapporto di ricerca Mete 2024, realizzato dal Comitato Regionale Emigrazione – Immigrazione (Crei Acli), «la Sardegna continua a perdere residenti, soprattutto giovanissimi e giovani, quelli che oggi e domani dovranno costituire la popolazione attiva della Sardegna. Giovani che spesso abbandonano l’isola già durante gli anni di università, e che non ritornano».

I dati

Ad aumentare è invece la popolazione over 65, di pari passo con la diminuzione delle altre fasce di età. «Si tratta di un calo demografico allarmante» sottolinea il presidente del Crei Mauro Carta, «perché secondo l’Istat, in un anno la Sardegna ha perso 8.314 abitanti, quasi 90mila dal 2016 a oggi».

Le previsioni future sono tutt’altro che positive perché se non si inverte la tendenza, si prevede un aumento fino al 21 per cento dello spopolamento entro il 2050.

Dato positivo sull’immigrazione

Di contro, aumentano gli stranieri. Secondo l’analisi, al 1 gennaio 2024 gli stranieri residenti in Sardegna erano il 3,4 per cento della popolazione totale, con 11.313 cittadini rumeni, 4.289 senegalesi e un crescente numero di ucraini (+16 per cento in un anno). Numeri che tuttavia non riescono a compensare le perdite, soprattutto tra i giovanissimi.

Calo demografico

Infine, la popolazione di giovanissimi in Sardegna è inferiore del 6 per cento rispetto alla media nazionale, posizionando l’isola all’ultimo posto per la presenza di bambini e adolescenti tra 0 e 14 anni.

In aggiunta, la dispersione scolastica in Sardegna raggiunge il 17,3 per cento, contro una media nazionale del 10 per cento, con la conseguenza che soltanto il 54,6 per cento dei sardi tra i 25 e i 64 anni possiede un diploma, contro il 65,5 per cento della media italiana.

Roberta Gatto

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