C’è un prima e un dopo “Caivano”

Il decreto Caivano era nato sull’onda emotiva degli stupri di due ragazzine nel Parco Verde. Era stato emesso dal Governo giusto un anno fa, nell’intento di combattere le baby gang e l’abbandono scolastico. I risultati? Un dossier realizzato da Antigone, l’associazione che si occupa di carceri, registra un aumento netto dei detenuti minori. Perfettamente in linea con quanto sta avvenendo nelle carceri per adulti.

Al 15 settembre del 2024 erano 569 i ragazzi detenuti nei 17 istituti penali per minorenni (Ipc) e si tratta del numero più alto mai fatto registrare. In cifre, a 22 mesi dall’insediamento dell’attuale Governo, si registra una crescita del 48 per cento.

Forse che è aumentata la criminalità? No, e a dirlo sono ancora i numeri, visto come nel 2023 c’è stato un calo del 4,15 per cento del numero di segnalazioni di minori denunciati o arrestati rispetto all’anno precedente. Più che dai crimini commessi, sono le norme e le pene previste ad aver fatto cambiare il numero dei detenuti minorili.

Forse dipende dal maggior numero degli stranieri? Neanche. I numeri raccolti da Antigone ci dicono che la diminuzione dei reati è del 2,19 per cento per gli italiani e del 5,93 per gli stranieri. C’é stato solo un cambio significativo nelle nazionalità: prima la maggioranza arrivava dall’Est, ora dal Nord Africa.

In carcere c’erano 266 stranieri minori al 15 settembre (in calo rispetto a gennaio con il 46, per cento contro il 51,2). Quasi metà. Con gli stranieri che commettono reati generalmente meno gravi di quelli imputati agli italiani. Il maggior tasso di carcerazione si spiega con la marginalità sociale e con la mancanza di alternative. Come accade per gli adulti, che non possono andare in detenzione domiciliare perché spesso non hanno una casa dove il giudice possa mandarli per evitare il carcere.

In questa situazione, il sovraffollamento nei carceri minorili è comparabile con quello degli adulti.

Dodici istituti su diciassette sono oltre la capienza massima e in percentuale le donne minori sono in percentuale simile alle adulte, appena il 4,6 per cento del totale.

Il decreto Caivano ha provocato diversi effetti. Per esempio, ha reso più facile trasferire i maggiorenni che avevano commesso il reato da minorenni in carceri per adulti. Interrompendo così ogni attività di recupero. Nel 2022 le persone spostate in altri istituti erano state 55, quest’anno 123.

I ragazzi in custodia cautelare sono la maggioranza. A metà settembre, i detenuti con condanna definitiva erano solo il 34,3 per cento. I maggiori ingressi di quest’anno sono praticamente tutti di persone in custodia cautelare. E questo è un altro effetto diretto del Decreto Caivano, che prevede un limite di pena più basso per entrare in cella e che introduce i reati di scippo, resistenza a pubblico ufficiale e altri reati lievi tra quelli per i quali si può disporre la carcerazione. Per quanto riguarda in particolare la normativa sulle droghe, si sono alzate le pene per i comportamenti di lieve entità. Ai minori detenuti si somministrano psicofarmaci. Tra il 2021 e il 2022 la spesa per psicofarmaci a persona era aumentata del 30 per cento e sono in aumento anche i casi di trasferimento in istituti anche molto lontani.

Bachisio Zolo

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