Ierfop al G7 inclusione e disabilità
L’ultimo atto sarà nel Castello di Solfagnano, dove i ministri dei sette Paesi partecipanti al “G7 inclusione e disabilità” firmano gli impegni per il futuro.
Dopo l’apertura pubblica ad Assisi, ieri le delegazioni ministeriali e i rappresentanti del mondo associativo italiano e internazionale si sono ritrovati a confronto nel Castello di Solfagnano (frazione di Perugia) per discutere sulle azioni da mettere in pratica nei propri Paesi nella direzione dell’inclusione. Ma ieri è stato anche il giorno della scrittura della Carta di Solfagnano che, una volta firmata, sarà presentata a Papa Francesco.
Lo scopo di questa carta è quello di attuare politiche concrete per ridare centralità alle persone con disabilità e spazio alle loro capacità: si tratta, insomma, di recepire le indicazioni contenute nella Carta Onu sulla disabilità. Il passaggio successivo è quello di condividere queste “buone pratiche” e puntare sull’inclusione, la valorizzazione dei talenti e il coinvolgimento civile, sociale e politico delle persone con disabilità.
All’atto conclusivo del G7 partecipano ministri o rappresentanti di Italia, Canada, Francia, Stati Uniti. Regno Unito, Germania, Giappone. Tra i paesi ospiti: Kenya, Tunisia, Sudafrica e Vietnam.
In questo contesto si inserisce la presenza al G7 di Ierfop (Istituto europeo per la ricerca la formazione e l’orientamento professionale di eccellenza per disabili ed emarginati) che, come dice nel suo intervento su L’Unione Sarda, il presidente Roberto Pili «è perfettamente in linea con questa visione».
Pili spiega (nell’articolo a pagina 15 del quotidiano oggi in edicola 20241016_unione sarda (15).pdf) che il G7 «metterà al centro non solo il concetto di inclusione, ma una trasformazione culturale e sociale verso la valorizzazione delle persone».
L’obiettivo del vertice va oltre la necessità di garantire a tutti il diritto alla partecipazione sociale, civile e politica: «punta a creare le condizioni necessarie affinché ogni individuo possa esprimere pienamente il proprio potenziale, contribuendo così al progresso della società».
Il presidente Ierfop sostiene che in Italia ancora molto si debba fare nell’ambito dell’integrazione socio-sanitaria, l’istruzione, l’occupazione e il supporto ai caregiver familiari, ma «ci si sta attrezzando per superare il concetto tradizionale di assistenza e per costruire un sistema che riconosca e valorizzi i talenti e le competenze di ogni persona».
La soluzione, suggerisce Pili, può arrivare da questo G7 nel momento in cui si deciderà «di promuovere un ecosistema globale inclusivo per le persone con disabilità, che metta a disposizione le tecnologie avanzate e le politiche inclusive per migliorare la qualità della vita e promuovere l’autonomia».
In pratica, si tratterebbe di rendere accessibili a tutti, a prescindere da età o disabilità, beni e servizi digitali e offrire piani di educazione continua e alfabetizzazione digitale in modo che le persone con disabilità possano apprendere nuove competenze e adattarsi alle trasformazioni tecnologiche.
«Servono» conclude il presidente dell’Istituto di formazione, «incentivi per l’assunzione di persone con disabilità».
Giuseppe Giuliani