Molestie e disabilità nel luogo di lavoro: ne parla l’Istat

In questo rapporto viene posta una specifica attenzione alle molestie sul luogo di lavoro e a quelle facilitate dalla tecnologia. E non solo. Vi è infatti anche un riferimento al tema della disabilità evidenziando come la presenza di limitazioni funzionali (gravi e non gravi) pesa sull’essere vittima di molestie sessuali in misura maggiore sulle donne che sugli uomini. Con uno svantaggio del genere femminile di 12,6 punti percentuali.

Il rapporto di ricerca è stato pubblicato a luglio dall’Istat con il titolo “Le molestie: vittime e contesto. Anno 2022-2023” (il testo integrale in questo link).

Il campione utilizzato era composto di persone in età compresa tra i 14 e i 70 anni, intervistate sia telefonicamente sia di persona. Il tema delle molestie sul luogo di lavoro è un tema già indagato dall’Istat.

Tuttavia, in quest’ultima edizione è stata posta una specifica attenzione alle molestie sul luogo di lavoro e a quelle facilitate dalla tecnologia.
Il risultato? Dal rapporto è emerso come le molestie sul lavoro colpiscano soprattutto le donne. «Nel 2022-2023» si legge nel rapporto Istat, «si stima come il 13,5 per cento delle donne di 15-70 anni (che lavorano o hanno lavorato) abbia subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nel corso dell’intera vita (soprattutto le più giovani di 15-24 anni con 21,2 per cento) mentre per gli uomini la percentuale è del 2,4 per cento degli uomini tra i 15 e i70 anni».

In cosa consistono le molestie? In particolare si tratta di «sguardi offensivi, offese, proposte indecenti, fino ad atti più gravi come la molestia fisica». Guardando agli ultimi tre anni precedenti la rilevazione del 2022-2023, le quote si fermano al 4,2 per cento delle donne e all’1 per cento degli uomini. Ma non c’è solo il mondo del lavoro a costituire pericolo. Le molestie vengono subite anche al di fuori e nello stesso periodo di riferimento ne sono state vittime il 6,4 per cento delle donne dai 14 ai 70 anni e il 2,7 per cento degli uomini della stessa età.

I canali su cui passano le molestie

Poco più della metàdi queste molestie avviene tramite l’uso della tecnologia. E si tratta di«messaggi e mail, chat o social media» come indica il Rapporto.

In termini assoluti, si parla di 2,322 milioni di persone di età compresa tra i 15-70 anni che hanno subito almeno una molestia sul lavoro nel corso della vita. L’81,6 sono donne, pari a un milione e 900mila.

L’unico riferimento alla disabilità contenuto nel rapporto è a pagina quattro nella dicitura dove si indica. «avere limitazioni (gravi e non gravi), pesa sull’essere vittima di molestie sessuali: per le donne 16,4 per cento e per gli uomini il 3,8 per cento».

L’Istat stesso ammette che la disabilità «pesa sull’essere vittima di molestie sessuali». Manca però il tipo di disabilità delle persone che dichiarano di avere subito molestie, quale sia il loro profilo, quale quello dell’aggressore, a quali tipi di molestie siano soggette oltre a quella sessuale, quali conseguenze ne siano derivate. E non si tratta di particolari irrilevanti perché consentirebbe di fare prevenzione, proteggere meglio le vittime con disabilità e così punire i colpevoli. Insomma, aiutare a tracciare e definire al meglio politiche coordinate e adeguate alle caratteristiche di questo fenomeno ancora in gran parte sotto studiato.

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