Disabilità nella Storia: Ray Charles (1930 – 2004)
Ray Charles Robinson nasce nel 1930 ad Albany, nel sud segregazionista degli Stati Uniti, in una famiglia afroamericana. Il padre, Bailey Robinson, lavora come meccanico della manutenzione ferroviaria e la madre, Aretha Williams, è impiegata in una segheria. I genitori di Ray non sono sposati e presto il padre, che ha altre tre famiglie, abbandona Ray con la madre e il fratellino George.
A cinque anni, Ray assiste impotente alla morte di George. Il bambino, infatti, annega in una tinozza per il bucato. Tre anni dopo l’incidente, Ray perde la vista. Le cause della sua cecità restano tutt’oggi sconosciute. Le ipotesi più accreditate sono un glaucoma o un’infezione degli occhi dovuta al contatto con acqua saponata.
Dal ’37 al ’45 frequenta una scuola per sordo-ciechi in Florida, dove impara a comporre, cantare e suonare. Tuttavia, al giovane Ray la musica classica non basta. Vuole suonare ciò che sente alla radio: jazz, swing, blues. Ha bisogno di esprimere ciò che ha dentro. Ha bisogno di metterci l’anima. Ed è un’anima inquieta quella di Ray. Un’anima soul che lo porterà a diventare un’icona della musica internazionale.
Il successo
Nel 1947 la madre di Ray muore, seguita due anni dopo dal padre. Ray ha soltanto 19 anni ma è già orfano e così, la musica si fa per lui casa e rifugio. Lascia la scuola e comincia a suonare il piano con alcune band di Jacksonville, dove si è trasferito presso una coppia amica della madre.
All’inizio, Ray porta a casa 4 dollari a sera. Si sposta poi a Orlando e ancora a Tampa e qui comincia a usare gli iconici occhiali da sole, mentre gira i locali con la sua band.
Si sposta quindi a Seattle ed è qui, nello Stato di Washington che comincia la sua carriera. Nel 1951 il brano “Baby, Let Me Hold Your Hand” (Baby Let Me Hold Your Hand) entra nelle classifiche di vendita e fa ottenere a Ray un contratto con la casa discografica Atlantic Records. È l’inizio del successo.
Vita privata
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la cecità non impedisce a Ray di vivere come una star. Nel 1965 viene arrestato per possesso di eroina; Ray è infatti dipendente da questa sostanza dall’età di 15 anni e questo è il suo terzo arresto. Ray evita però la prigione entrando in una clinica dove si sottopone a un periodo di disintossicazione e trascorre l’anno successivo in libertà vigilata.
Si sposa due volte e ha dodici figli da sette diverse compagne. A renderlo celebre, oltre alla musica, l’apparizione nel film del 1980 The Blues Brothers e lo spot anni Novanta della Pepsi Cola. È inoltre conduttore di diversi show televisivi americani come il celebre Saturday Night Live nel ’77, e la sua versione di Georgia on My Mind diventa inno della Georgia dopo la fine delle lotte per i diritti civili degli afroamericani.
Canta per Ronald Regan e Bill Clinton e partecipa alla Usa for Africa prestando la propria voce nel brano We Are the World, scritto da Michael Jackson e Lionel Richie e prodotto da Quincy Jones.
Tra le sue grandi passioni troviamo anche gli scacchi, giocati da Ray con una scacchiera adattata per non vedenti.
Muore nel giugno 2004 per le complicanze di una malattia al fegato, all’età di 73 anni. È sepolto nel Cimitero Parco di Inglewood, California.
Nel 2004 è uscito un film basato sulla sua vita e interpretato da Jamie Fox. Nella pellicola si affronta anche il tema della sua dipendenza da eroina.
Ray Charles ci lascia un repertorio musicale immenso ma soprattutto un ritratto di un uomo con disabilità capace di scrivere da sé la propria storia, tra luci e ombre.
Una figura iconica che ribalta qualsiasi stereotipo e dimostra il lato più vero di un artista oltre la disabilità.
Roberta Gatto