Nuovo regime Iva per il Terzo Settore: rischio di cancellazioni

L’allarme per le novità introdotte con il nuovo regime Iva lo lancia il Forum nazionale del Terzo Settore. Il rischio che si corre, se non si interviene prima, è «causare la riduzione» paventa il Forum, «se non addirittura la cancellazione di numerose attività e servizi alla cittadinanza e senza per altro apportare nuove entrate per le casse dello Stato». Per questo il Forum Nazionale del Terzo Settore in vista della discussione della nuova Legge di Bilancio lancia un appello al Governo denominato “È valore sociale, non vendita. No alla partita Iva per le attività associative del Terzo Settore”.

Pur non dovendo pagare l’imposta, gli Enti di Terzo Settore non commerciali saranno costretti a dotarsi di partita Iva e ad assolvere così una lunga serie di adempimenti burocratici e amministrativi particolarmente gravosi e difficilmente sostenibili soprattutto per le realtà sociali più piccole che rappresentano la gran parte del Terzo settore nel nostro Paese.
Sempre in vista della discussione della nuova Legge di Bilancio, il Forum lancia al Governo e alle Istituzioni l’appello (in questo link) intitolato “È valore sociale, non vendita. No alla partita Iva per le attività associative del Terzo settore”.

Come è nato il problema

Tutto è cominciato dall’apertura di una procedura d’infrazione europea nei confronti dell’Italia. Una procedura che si trascina da anni. Nonostante questo, la bozza della Manovra 2025 non contiene nulla a riguardo. E questo, nonostante nelle scorse settimane proprio il Forum Nazionale abbia presentato una nostra proposta al viceministro all’Economia Maurizio Leo. Nella proposta si mantiene per il Terzo Settore il regime di esclusione dall’Iva offrendo così una risposta adeguata alle questioni aperte. Da Governo però, finora nessun riscontro.

Bachisio Zolo

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